Fukushima, il Giappone scaricherà in mare l’acqua contaminata dalle radiazioni nucleari della centrale colpita da uno tsunami nel 2011
Il governo giapponese ha annunciato che l’acqua contaminata dalle radiazioni proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima sarà scaricata in mare. La condanna di Greenpeace: “Una decisione che va contro i diritti umani e gli interessi delle persone”. Dure reazioni anche da Cina e Corea del Sud

TOKYO. Nei prossimi anni il Giappone rilascerà in mare l’acqua contaminata dalla radiazioni dell’ex centrale nucleare di Fukushima distrutta da un maremoto nel 2011. La decisione è stata annunciata dal primo ministro giapponese Yoshihide Suga che ha provocato le proteste delle autorità locali e dei Paesi vicini come Cina e Corea del Sud, ma anche degli ambientalisti e dell’industria ittica del posto.
Erano le 14e46 (ora locale) dell’11 marzo 2011 quando un terremoto di magnitudo 9 della scala Richter sprigionò la sua potenza a largo delle coste giapponesi interessando in particolare la Prefettura di Fukushima dove sorgeva un’importante centrale nucleare. In principio, dopo la prima scossa, tutti i sistemi di sicurezza entrarono in funzione interrompendo la fissione nucleare. Contemporaneamente si attivarono i generatori di emergenza, indispensabili per raffreddare i reattori. Purtroppo circa 60 minuti più tardi la centrale nucleare di Fukushima venne investita da uno tsunami alto 14 metri che andò a infrangersi contro i reattori, provocando lo spegnimento dei generatori d’emergenza che avrebbero dovuto raffreddarli.
Con i sistemi di raffreddamento fuori uso si verificarono una serie di esplosioni, nei giorni seguenti, che distrussero parzialmente la centrale nucleare diffondendo polveri radioattive nell’area circostante, tanto che migliaia di persone furono evacuate e attorno alla centrale venne disposto un divieto di avvicinamento.
Da allora però si è posto il problema di come disfarsi dell’acqua contaminata (si parla di oltre un milione di tonnellate) contenuta nei serbatoi della centrale nucleare e utilizzata nei lavori di smantellamento della struttura dopo l’incidente nucleare. Stando a quanto comunicato dal governo giapponese l’acqua sarebbe già stata “ripulita” da alcuni degli elementi radioattivi più pericolosi ma resta pur sempre contaminata. Le operazioni inizieranno entro due anni ma ne serviranno almeno 10 per portarle a termine.
La sezione giapponese di Greenpeace ha “condannato duramente” la scelta del governo giapponese che “va contro i diritti umani e gli interessi delle persone. La decisione – proseguono gli attivisti – significa che la Tokyo Electric Power Company (la società che gestiva la centrale nucleare ndr) potrà iniziare a scaricare le scorie radioattive nell’Oceano Pacifico”.