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Il Trentino primo in Italia per la minore perdita di acqua potabile. Dalla fonte al rubinetto di casa sprecato solo il 15% contro una media nazionale del 40%

Si stima che un foro di 3 millimetri di larghezza in un tubo può portare a una perdita di 340 litri d’acqua al giorno, equivalente all’incirca al consumo di una famiglia. Nella classifica italiana tra regioni, la provincia di Trento emerge come il territorio in cui vi sono meno perdite di acqua potabile durante la fase di distribuzione. In occasione della Giornata Mondiale dell'acqua del 22 marzo, Legambiente ha fatto il quadro sulla gestione delle risorse idriche in Italia 

Di Lucia Brunello - 22 marzo 2021 - 12:22

TRENTO. Nel processo che vede l'acqua essere trasportata dalla fonte ai nostri rubinetti di casa si verificano sempre delle perdite, e la maggior parte di queste sono dovute a problemi presenti nelle tubature. Si stima infatti che un foro di 3 millimetri di larghezza in un tubo può portare a una perdita di 340 litri d’acqua al giorno, equivalente all’incirca al consumo di una famiglia.

 

Una problematica, questa, che provoca ingenti sprechi finanziari ed energetici e che per questa ragione merita di essere ridotta il più possibile. Su questo fronte, il Trentino si piazza come migliore d'Italia (nella classifica tra regioni e le due province autonome) per le minori perdite proprio durante questo "tragitto", che si aggirano intorno al 15% (contro, per esempio, il 32% di Bolzano o il 66% del Molise). Dati, questi, presentati in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo, dedicata quest’anno al “dare valore all’acqua”.

 

"C'è davvero bisogno che in Italia si richiami l'attenzione sull'importanza di una gestione equa, razionale e sostenibile dell'acqua - spiega Legambiente - con particolare attenzione a quella potabile destinata al consumo umano".

 

Questo perché l'Italia è il primo paese in Europa per prelievi di acqua a uso potabile (oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno, 25 milioni di metri cubi pari a 419 litri per abitante al giorno), ed è considerato dall'Oms come paese a stress idrico medio-alto poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni.  

 

Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Ad aggravare la situazione ci sono l’annoso problema delle perdite lungo la rete (e cioè quello citato prima), i nodi irrisolti sulla depurazione e le alte percentuali di “non classificato” in merito alla qualità e alla quantità dei corpi idrici – specie al Sud – che denunciano una grave mancanza di conoscenze di base sullo stato delle acque (è infatti sconosciuto lo stato chimico del 17% e lo stato quantitativo del 25% delle acque sotterranee, così come è sconosciuto lo stato chimico del 18% dei fiumi e del 42% dei laghi italiani). 

 

Questa giornata vuole rappresentare un momento per riflettere e ripartire, anche forti della recente entrata in vigore della Direttiva Europea 2020/2184 che vuole garantire il diritto di accesso all’acqua potabile e un’adeguata fornitura di servizi igienico-sanitari. 

 

L’Italia, in quest’ottica, deve porre un impegno maggiore per lavorare sul raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti dall’Agenda 2030 poiché, come evidenziato dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), siamo ancora lontani dal soddisfare tutti gli obiettivi.

 

Ciò che emerge dai dati raccolti soprattutto nel Sud Italia, infatti, è che l’acqua che preleviamo non viene trattata adeguatamente e in modo sostenibile, ma viene spesso dispersa e sprecata, con un gap tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e quella effettivamente erogata che va da una media del 26% nei capoluoghi del nord, a quella del 34% in quelli del centro Italia, fino alla media dei 46% nei capoluoghi del sud

 

Tornando più nel dettaglio a ciò che riguarda il Trentino, la provincia per molti versi si può ritenere soddisfatta, specialmente alla luce del suo 15% di perdite medie nella rete di distribuzione dell'acqua. Un dato persino minore della media europea che rientra nei valori 20-40%. I dati prendono in considerazione il dato medio delle città per ogni regione (e provincia nel caso di Trento e Bolzano).

 

Il dato massimo è quello del 66% di perdite per la regione Molise. La provincia di Bolzano ha una media di perdite pari al 32%. Nell'immagine qua sotto, la scala di colori più intensi si può apprezzare come i problemi maggiori siano attribuibili per la maggior parte al centro-sud. Al nord troviamo la Valle d’Aosta con la percentuale maggiore di perdite pari al 42%, strano per una regione così piccola e ricca d’acqua, stesso valore che ad esempio troviamo in Umbria. 

Secondo i dati pubblicati da Legambiente nel 2019, nel capoluogo trentino (che ha una popolazione di 118.815 abitanti) il consumo idrico giornaliero di acqua per cittadino è di 148 litri. Situazione in proporzione simile per quanto riguarda la città di Bolzano, dove per 107 mila abitanti il consumo idrico giornaliero di acqua per cittadino è di 138 litri. 

 

Nella tabella sotto ci sono invece i consumi medi delle città capoluogo di provincia e si possono notare delle importanti differenze. Per tutte le regioni i consumi domestici sono quelli che consumano la maggior parte dei metri cubi, seguiti da quelli civili (non domestici).

La regione che spicca per i valori di consumo maggiori in assoluto, considerando la media dei consumi dei capoluoghi di provincia, è il Lazio con oltre 51 milioni di metri cubi medi utilizzati nel 2019, seguito dalla Campania (circa 16 milioni di metri cubi), dalla Liguria, dalla Lombardia, dal Piemonte e dal Veneto (13 milioni di metri cubi).  Il resto delle regioni italiane ha consumi domestici inferiori a 10 milioni di metri cubi nel 2019.

 

Anche per i consumi civili (non domestici), guida la classifica la regione Lazio con 32 milioni di metri cubi, seguito dalla Campania con 8,7 milioni di metri cubi e dalla città di Trento con 3,7 milioni di metri cubi.

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