Moria di api a Caldonazzo, il Wwf: ''Sintomi da avvelenamento'' (IL VIDEO). Il rappresentante di Apival: ''Quest'anno situazione più grave del solito”
Sono diverse le api morte e in preda a convulsioni tipiche dell'avvelenamento trovate nella zona. Il rappresentante di Apival: ''Quando si irrora bisogna seguire degli importanti accorgimenti. Se le api si poggiano su un Tarassaco contaminato dagli insetticidi, la loro lingua si ripiega verso l’esterno e queste cominciano a muoversi in maniera convulsa, fino a perdere l’orientamento e a non sapere più come tornare a casa. L’alveare perde così le sue bottinatrici''

CALDONAZZO. Nelle ultime ore a Caldonazzo sono state ritrovate diverse api morte. Come scrive il Wwf del Trentino, i sintomi di avvelenamento sono “conclamati”, basta osservare i movimenti scoordinati e le convulsioni che agitano questi impollinatori, la cui ligula – la “proboscide” con la quale aspirano il nettare – è estroflessa. Di opinione concorde apicoltori, entomologi e ricercatori consultati. Attenzione: non si tratta di una accusa al mondo agricolo, tanto meno a quello professionale, ma di un evento che comunque va attenzionato e segnalato nell’interesse delle api, degli impollinatori selvatici, degli apicoltori ed agricoltori che sfruttano i servizi ecosistemici forniti dal piccolo insetto ed anche dei cittadini, che con le api condividono l’ambiente (AGGIORNAMENTO le analisi hanno escluso l'ipotesi dell'avvelenamento).
Non si tratta di un caso isolato, ma di un fenomeno ricorrente tra aprile e maggio. “Purtroppo succede spesso – ci racconta un rappresentante di Apival – anche se quest’anno il problema si è presentato in maniera ancora più evidente del solito. Una volta finita la fioritura del melo, c’è quella del Tarassaco, il dente di cane, sul quale spesso si posano le api. A causa della siccità, attualmente gran parte della fioritura del dente di cane si concentra nelle zone irrigate, quindi nei campi, principalmente quelli di viti, di ciliegio e di melo. Di norma, poi, a fine fioritura i meli e i ciliegi vengono trattati con alcuni insetticidi. È necessario però prendere determinate accortezze”.
I trattamenti sui frutteti, infatti, possono causare dei seri danni alle api che si poggiano sulle piantine di Tarassaco, fino a provocarne la morte per avvelenamento. “Prima di fare un trattamento insetticida ai meli e ai ciliegi, quindi, bisogna sfalciare i prati – spiega il rappresentante di Apival -. Il trattamento, inoltre, dev’essere fatto fuori dalla zona di volo delle api e quando non c’è vento, perché con l’aria gli insetticidi potrebbero finire nei campi limitrofi. La maggior parte degli agricoltori fa attenzione a queste regole, ma c’è ancora qualcuno che, per mancanza di tempo o per scarsa sensibilità, non le prende in considerazione. Quando le api si poggiano su un Tarassaco contaminato dagli insetticidi, la loro lingua si ripiega verso l’esterno e queste cominciano a muoversi in maniera convulsa, fino a perdere l’orientamento e a non sapere più come tornare a casa. L’alveare perde così le sue bottinatrici”.

Le api, come ricorda il rappresentante di Apival, sono le impollinatrici più efficienti. “Riescono a impollinare fino a tre chilometri di distanza – racconta – anche se l’area dove depositano la maggiore quantità di polline è quella che sta a un chilometro di distanza dall’alveare. Tramite questa azione le api contribuiscono a salvaguardare la biodiversità floristica della zona. Se non ci fossero le api, non avremmo neanche i fiori e la frutta. I frutticoltori stessi, quindi, sono completamente dipendenti dalle api, tanto che spesso devono pagare per poter avere a disposizione delle api che vadano a impollinare la frutta”.