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“Abbiamo un capannone ogni 50 abitanti ma un solo medico di base ogni 1.500 persone”, Zanoni (Pd) chiede una revisione delle leggi venete sul consumo di suolo
Il commento di Andrea Zanoni: “Questa bocciatura è gravissima da quando Zaia guida questa Regione abbiamo consumato, in modo vertiginoso, migliaia e migliaia di ettari di campi veneti rubati all’agricoltura alla biodiversità”

VERONA. Il Veneto ha un problema con i capannoni: sono tantissimi, frutto di una costruzione selvaggia e spesso dismessi e in stato di abbandono. È anche per questo che il consigliere regionale del Partito Democratico Veneto, Andrea Zanoni, primo firmatario di un emendamento sottoscritto da tutto il gruppo Dem, chiedeva di rivedere le leggi regionali sul consumo di suolo. L’esito? Una secca bocciatura da parte della maggioranza leghista.
“Questa bocciatura – commenta Zanoni – è gravissima perché anche di fronte ai dati incontestabili di un Veneto che continua imperterrito a consumare suolo, questa Giunta si rifiuta di procedere con una revisione delle normative in materia, come avevamo richiesto con il nostro emendamento”.
Ma quanti sono i capannoni? “In Veneto si contano più di 92mila capannoni industriali – spiega sempre il consigliere Pd – distribuiti in 5.679 aree produttive (per 41.300 ettari di terreno) che occupano il 18,4% della superficie consumata. Significa che in questa regione, dove vivono circa 5 milioni di persone, esiste un capannone ogni 50 abitanti ma abbiamo un solo medico di base ogni 1.500 persone. Da quando Zaia guida questa Regione abbiamo consumato, in modo vertiginoso, migliaia e migliaia di ettari di campi veneti rubati all’agricoltura alla biodiversità”.
Fra gli esempi più emblematici di questo sfrenato consumo del suolo c’è la Pedemontana, circa mille ettari di cemento solo per questa grande opera mentre i capannoni vuoti sono quasi 11mila. L’esponente Dem prosegue evidenziando come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) abbia posizionato il Veneto fra le regioni peggiori su questo fronte. “Ecco perché questa bocciatura è gravissima – ribadisce – noi chiedevamo solo la presa d’atto che le attuali normative, così come sono fatte, sono inutili per bloccare il consumo del suolo”.