

Bonifica del rio Lavisotto, i cattivi odori allarmano i [...]

Il lago di Tovel resta senz’acqua: “Che il livello [...]

Un incontro per sfatare le false credenze sul lupo e [...]

"Il cantiere della villa romana è in condizioni [...]

Nuovi sversamenti nel rio Salone e nel fiume Sarca: [...]

Zootecnica, l'Arav durante Agrimont: ''La stalla del [...]

Allarme inquinamento a Trento, le acque del canale [...]

Il Sarca diventa bianco? La sostanza proviene dai [...]

Dal rio Salone al fiume Sarca l’acqua si tinge di [...]

Crisi climatica, i ragazzi protagonisti in due serate [...]
Incendio alla centrale a biomassa in val di Ledro, l’associazione ambientalista: “Un incidente annunciato”
Secondo alcuni abitanti la centrale a biomassa di Tiarno di Sopra sarebbe stata costruita troppo vicina all’abitato, inoltre già al tempo si parlava del pericolo legato a possibili incendi e alle emissioni. L’associazione Ledro Inselberg: “Da anni denunciamo i rischi legati ai roghi che puntualmente si sono verificati”

LEDRO. Erano da poco passate le 6 del 26 gennaio quando nello stabilimento di Ledro Energia a Tiarno di Sopra è scoppiato un furioso incendio. Per domare il rogo sono intervenuti i vigili del fuoco di Tiarno di Sopra, coadiuvati dai corpi del circondario: Tiarno di Sotto, Concei, Bezzecca, Pieve di Ledro, Riva del Garda, Arco e Storo.
Eppure per Pietro Zanotti, presidente dell’associazione Ledro Inselberg e punto di riferimento per gli ambientalisti locali, l’incendio era prevedibile. “Si tratta di un incidente annunciato, non è la prima volta che alla centrale a biomassa si verificano degli incendi” sottolinea Zanotti. Già nel 2014, quando vennero poste le basi per la realizzazione dell’impianto, un comitato di cittadini sollevò diverse critiche.
Secondo alcuni abitanti infatti la centrale sarebbe stata costruita troppo vicina all’abitato, inoltre già al tempo si parlava del pericolo legato a possibili incendi e alle emissioni. Ad ogni modo le manifestazioni e i ricorsi al Tar non riuscirono a bloccare l’opera. Nel 2017 l’impianto viene messo in funzione ma secondo gli ambientalisti sarebbero ancora pochi gli utenti allacciati al sistema di teleriscaldamento, un fatto che vanificherebbe la riduzione delle emissioni che avrebbe reso lo stabilimento sostenibile.
“Da anni – riprende Zanotti – denunciamo i rischi legati agli incendi che puntualmente si sono verificati. Nell’ultimo rogo sono andati bruciati anche i moduli fotovoltaici che sicuramente hanno disperso nell’atmosfera sostanze tossiche. Tutto ciò a 50 metri dall’abitato e a 75 metri dal plesso scolastico”.
Secondo il presidente di Ledro Inselberg per risolvere il fabbisogno energetico degli edifici pubblici si sarebbero potute installare pompe di calore geotermiche alimentate da impianti fotovoltaici, anziché realizzare una centrale a biomassa.
“Inoltre – aggiunge sempre Zanotti – si sarebbe potuta realizzare una centrale fotovoltaica, magari in condivisione con i vari cittadini, anticipato così lo sviluppo delle comunità energetiche d’attualità oggi. La valle di Ledro sarebbe diventata in questi otto anni trascorsi un esempio virtuoso e lungimirante di sostenibilità ambientale riducendo, questo con certezza, in modo drastico le emissioni in atmosfera”. Anche per qer questo gli ambientalisti chiedono maggiori controlli sulle attività dell’impianto.