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Dal Natale “pagano-cristiano” (che arriva dal Solstizio d'Inverno) al Solstizio d'Estate legato a San Giovanni Battista

Ha pubblicato “Yehoshua ben Yosef detto Gesù – La sua vera storia – la forza delle sue idee”, “Il Vangelo Segreto di Gesù”, “Gesù di Betlemme” e “Il Ritorno alla Casa di Israele (il Noachismo)”
Con il mio articolo del 20.10.2019 dal titolo “Com’è nato il Cristianesimo e perché Paolo si è imposto rispetto alla parola di Gesù e degli Apostoli” (LEGGI QUI), ho cercato di spiegare le dinamiche che hanno portato dopo circa 15 anni dalla morte di Gesù, alla nascita di una nuova religione che lui stesso non ha fondato ed aveva detto chiaramente di non voler fondare. Questo è avvenuto ad Antiochia ad opera di Paolo di Tarso (che non aveva mai incontrato Gesù nel suo percorso terreno), in un’area geografica ben lontana da Israele e dall’ebraismo (unica religione di Gesù), attraverso un’operazione di “paganizzazione” del pensiero del Maestro, al fine di ottenere il consenso dei cosiddetti “gentili”, giustappunto dei “pagani”, particolarmente presenti e potenti in zona.
E da questa iniziativa di Paolo, assolutamente non condivisa dai “12 Apostoli” (v. Atti degli Apostoli”), che erano stati accanto a Gesù, nacque il “cristianesimo”, che meglio sarebbe chiamarlo il “pagano-cristianesimo”, per distinguerlo da quello originale definibile “giudeo-cristianesmo”, radicato nell’ebraesimo, che Paolo di Tarso, ebreo, aveva nel frattempo abiurato. Stante quanto detto molti sono gli elementi che riconducono, nell’ambito del cristianesimo, a tradizioni e riti prettamente “pagani” ed in primo luogo legati al “Sole/Luce” ed alla “Luna/Buio”. E partiamo dal “Natale”, termine che proviene dal latino “Natalis”, che significa “attinente alla nascita”, ricorrenza che deriva direttamente dal culto del “Sol Invictus (invincibile)”, rito pagano della nascita del Sole, molto diffuso in tutto l’Impero Romano (l’origine, antichissima, è orientale: Siria ed Egitto).
L’Imperatore Aureliano (214-275 d.C.) consacrò il tempio del “Sol Invictus” il 25 dicembre del 274, in una festa chiamata “Dies Natalis Solis Invicti”, “Giorno di nascita del Sole Invitto”, facendo del “Dio Sole” la principale divinità del suo impero ed indossando egli stesso una corona a raggi. E collocò questa ricorrenza pochi giorni dopo il “Solstizio di Inverno”. Solstizio che corrisponde al giorno più corto dell’anno, con la minore durata del Sole, quindi della luce, che da quel momento però riprende il sopravvento sul buio.
Questa festa divenne sempre più importante, fino a quando Costantino, con un decreto del 7 marzo del 321, la definì il “Giorno del Sole” (“Die Solis”). E nel 330 (anno di fondazione di Costantinopoli, l’attuale Istanbul), sempre Costantino decretò per la prima volta che il festeggiamento cristiano della nascita di Gesù dovesse essere collocato proprio in quel giorno, facendolo coincidere proprio con la festività pagana del “Sol Invictus”. Il “Natale Invitto” divenne così il “Natale Cristiano”. Ma è solo pochi anni dopo, ovvero nel 337, che Papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa Cattolica, come riferito dall’Arcivescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo nel 390: “In questo giorno, 25 dicembre, anche la natività di Cristo fu ultimamente fissata in Roma”. Ed a proposito del Natale il Vescovo cattolico siriano Jacob Bar-Salibi scrisse così nel XII secolo: “Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la vera Natività doveva essere proclamata in quel giorno”.
E passiamo al “Solstizio di Estate”, che è l’esatto opposto del “Solstizio di Inverno”, avvenuto pochi giorni fa (il 21 giugno scorso, alle ore 5:31), che è il “giorno più lungo” dell’anno, in quanto le ore di luce superano quelle di buio. E da quel giorno però il buio prende il sopravvento sulla luce. Bene: se il Natale, quindi il “Solstizio d’Inverno”, come abbiamo visto è una ricorrenza pagana legata alla figura di Gesù, ed alla sua nascita, il “Solstizio d’Estate” è legata invece a quella di San Giovanni, detto “il Battista”. Ed anche a Firenze, la mia città Natale, il 24 giugno, quindi in concomitanza con il “Solstizio d’Estate” si festeggia “alla grande ”S. Giovanni (Patrono), con tanto di fuochi d’artificio che partono dal Piazzale Michelangelo.
La figura di Giovanni il Battista sotto il profilo storico è testimoniata già da Giuseppe Flavio (37-100 d.C. circa), che così scrive: “Ad alcuni dei Giudei parve che l’esercito di Erode fosse stato annientato da Dio, il quale giustamente aveva vendicato l’uccisione di Giovanni, soprannominato il Battista. Erode infatti mise a morte quel buon uomo che spingeva i Giudei, che praticavano la virtù e osservavano la giustizia fra di loro e la pietà verso Dio, a venire insieme al battesimo. Fu mandato in catene alla già citata fortezza di Macheronte, e colà fu ucciso”. Giovanni il Battista era cugino e coetaneo di Gesù, che era più giovane di lui di 6 mesi. Elisabetta, madre di Giovanni, era infatti “parente” di Maria, così come ci riporta Luca.
Ed Elisabetta partorì Giovanni mentre Maria era incinta di Gesù. Ma perché Giovanni viene definito il Battista e quindi “il battezzatore”? Ecco cosa dice il Vangelo: “Si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati”. Il Battesimo per immersione era un antichissimo rito ebraico di purificazione. Ma anche Gesù (che personalmente non praticò mai il rito del battesimo), andò a farsi battezzare da lui “In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni (il Battista) , per farsi battezzare da lui”.
Giovanni, oltre ad essere definito, per i motivi suindicati, “il Battista”, è chiamato anche “il Precursone”, in quanto preannunciava l’imminente arrivo dell’atteso Messia Ebraico (“il Cristo”, che in ebraico significa “il Messia”) e di conseguenza dell’Era Messianica profetizzata dalla Torah (la Bibbia Ebraica), portatrice di pace e giustizia sociale. Giovanni infatti diceva così: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia. Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me (e Giovanni pensava al cugino Gesù) è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Ma se è chiaro perché il Natale (quindi il “Solstizio d’Inverno”) è legato alla figura di Gesù, perché il “Solstizio di Estate” è legato alla figura di S. Giovanni (domanda che mi ha posto il mio amico Andrea e che ringrazio per questo)? La risposta è legata ad una frase, una frase detta da Giovanni stesso una volta battezzato Gesù, “presa al volo” (come si usa dire) dai “cristiano-pagani” di Paolo di Tarso, legata giustappunto al paganissimo suindicato concetto di “Sole/Luce”, in contrapposizione a quello di “Luna/ Buio”. La frase è questa: “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” . Ecco qui: “Egli (Gesù) deve crescere, come cresce il Sole (rispetto al buio) dal “Solstizio di Inverno” in poi. Io (Giovanni) devo invece diminuire, come diminuisce il Sole dal “Solstizio di Estate” in poi.