Gesù e la Trinità ''voluta'' da Costantino ma che con Yehoshua ben Yosef c'entra pochissimo

Ha pubblicato “Yehoshua ben Yosef detto Gesù – La sua vera storia – la forza delle sue idee”, “Il Vangelo Segreto di Gesù”, “Gesù di Betlemme” e “Il Ritorno alla Casa di Israele (il Noachismo)”
Domenica scorsa il mondo cattolico ha commemorato la Santissima Trinità. Si era nel 325 d.C., tre secoli dopo la morte di Gesù, ed ancora ci si poneva le seguenti tre domande: Dio può generare un Figlio? Può essere composto da più nature, e può morire in croce? I seguaci di Ario sostenevano di fronte a questi quesiti, che Dio essendo unico, eterno ed indivisibile, non poteva aver generato un Figlio considerabile Dio allo stesso suo modo.
Ario (Libia 256 – Costantinopoli 336), monaco e teologo, fu il fondatore del movimento denominato Arianesimo, molto diffuso soprattutto nei paesi germanici. Papa Raztinger sintetizza quanto sopra nel modo seguente: “Gesù è Figlio di Dio in senso translato, ovvero nel senso di una vicinanza particolare a Dio (quindi un profeta) , oppure Figlio di Dio indica che in Dio stesso vi è un Padre ed un Figlio e che quest’ultimo è davvero uguale a Dio, ovvero Dio vero da Dio vero?”. La questione, ci dice sempre Papa Ratzinger “divenne oggetto di faticose discussioni”. E conclude che fu solo il Concilio di Nicea (325 d.C.) a risolverla definitivamente, nella misura in cui “ha riassunto il risultato di questa ricerca faticosa, nella parola ‘homooùsios’, che vuol dire letteralmente…della stessa sostanza”.
Dunque a Nicea fu sancito definitivamente che Gesù era della stessa sostanza (cioè natura) di Dio. Quindi che egli stesso era Dio. E’ la c.d. “consustanzialità”. Riguardo al Concilio di Nicea è interessante evidenziare che fu convocato nel Palazzo Imperiale e presieduto dall’Imperatore Costantino, (responsabile dell’uccisione della moglie e di un figlio), proprio per fermare Ario, che contrastava il suo potere e per bollarlo definitivamente di eresia (cosa che avvenne). Ma dei 1.800 Vescovi allora esistenti ne parteciparono solo 318. Il Concilio quindi non rappresentò neanche in minima parte il pensiero della Chiesa dell’epoca. Ma il Concilio di Nicea si spinse oltre. Introdusse infatti il primo Dogma della Chiesa Cattolica: l’Unità e Trinità di Dio in Tre Persone Divine il Padre, creatore del cielo e della terra, il Figlio, generato non creato e della stessa sostanza del Padre, e lo Spirito Santo, che proviene congiuntamente dal padre e dal Figlio.
Dogma che divenne obbligatorio in tutto l’Impero, pena la scomunica per eresia. Ma nel decidere “a tavolino” che Dio era “uno e trino”, Costantino ed i 318 vescovi presenti non si chiesero certamente cosa ne avrebbe pensato il diretto interessato, ovvero l’ebreo Yehoshua ben Yosef, Rabbino insegnante di Torah (la Bibbia).
Lo facciamo allora noi adesso, insieme. Per un ebreo osservante come era Gesù, quanto sopra sarebbe stata una delle massime blasfemie pensabili, punibile, per Legge, con l’immediata lapidazione. L’ebraismo si fonda infatti su di un rigoroso “monoteismo unitario”. Quindi si crede in un solo Dio assolutamente “indivisibile” sotto qualsiasi forma e non è ammesso né il politeismo (esistenza di più divinità), né il “trinitarismo”. E tutti i giorni, al mattino ed alla sera, un ebreo osservante riafferma davanti a Dio quanto sopra, recitando lo Shemà Israel, "Ascolta, Israele!” in ebraico: שְׁמַע יִשְׂרָאֵל: “Ascolta Israele il Signore è nostro Dio. Il Signore è uno. Benedetto il Suo nome glorioso per sempre. E amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. E metterai queste parole che Io ti comando oggi, nel tuo cuore, e le insegnerai ai tuoi figli, pronunciandole quando riposi in casa, quando cammini per la strada, quando ti addormenti e quando ti alzi”.
Ed è lo stesso primo comandamento che “blinda”questo concetto: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Ma non basta. Anche il concetto di essere Figlio di Dio “consustanziale”, ovvero – come detto – della stessa sostanza di Dio, sarebbe stato totalmente blasfemo per Gesù. Inimmaginabile davvero che il Rabbino Gesù potesse neanche lontanamente pensare di se stesso questo, e se lo avesse mai pensato e detto, i Sadducei ed i Farisei non avrebbero certo dovuto ricorrere a Pilato per ucciderlo sulla croce. L’avrebbero – come detto - lapidato immediatamente ed il suo corpo sarebbe stato anche immediatamente gettato nella Geenna, ovvero in quella fossa comune fuori da Gerusalemme dove un fuoco continuo bruciava i corpi impuri di uomini ed animali (da qui l’idea medioevale di un inferno col fuoco eterno).
Si aggiunga che attribuendogli la “qualifica” di “Figlio della stessa sostanza di Dio”, si sarebbe quindi “deificato”, rendendolo un “idolo”. E questo avrebbe cozzato in maniera irreparabile con il Secondo Comandamento che così recita: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi”.
Concludo dicendo che la “prova del nove” di quanto fin qui detto è che Gesù non si è mai dichiarato “Figlio di Dio” e che i Vangeli non citano mai in alcun modo la Trinità. Per gli Evangelisti infatti (come per Gesù), anch’essi ebrei osservanti (escluso Luca che era pagano) esisteva un solo Dio “indivisibile”. E lo Spirito Santo per loro era la Shekhinah, ovvero la “presenza costante di Dio nelle vicende del mondo”. E Figli di Dio sono “in automatico” tutti gli ebrei, in quanto facenti parte del Popolo Eletto. Popolo Sacerdotale e Santo.
Tre concetti quindi, quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ben presenti e radicati da sempre nell’ebraismo, ma neanche lontanamente riconducibili ad una figura divina “tridimensionale”. Va infine detto che il concetto di Trinità, quindi “tre divinità” comunque distinte, insieme al culto di Maria (mai citata da S.Paolo) e quello dei Santi, nel frattempo istituito, era particolarmente gradito e compreso dal mondo pagano, al quale il Cristianesimo si era esclusivamente rivolto, a partire proprio dal suo fondatore, S. Paolo.