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Gesù il "Figlio dell'Uomo" e il suo aspetto fisico

L’unico documento relativo all’aspetto fisico di Gesù, è quello di un ufficiale romano di nome Lentulo, che si trovava nella provincia della Giudea all'epoca di Tiberio Cesare (morto nel 37 d.C.) che scrive così al Senato Romano
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Di Riccardo Petroni - 12 maggio 2018

Ha pubblicato “Yehoshua ben Yosef detto Gesù – La sua vera storia – la forza delle sue idee”, “Il Vangelo Segreto di Gesù”, “Gesù di Betlemme” e “Il Ritorno alla Casa di Israele (il Noachismo)”

Nei Vangeli Gesù parla spesso di sé stesso come se si riferisse ad un'altra persona, non dice "io", bensì dice "il Figlio dell'Uomo”. Riguardo a questa circostanza, così si esprime Papa Ratzinger:“Figlio dell’Uomo, questa misteriosa affermazione, è il titolo che Gesù usa più frequentemente quando parla di sé”. Dunque è questa l’espressione preferita da Gesù. Nei Vangeli ricorre complessivamente 69 volte. Il termine “Figlio dell’Uomo” deriva dall’ebraico “ben-adhàm”, laddove Adham, Adamo, nome del primo uomo, significa giustappunto "uomo", "essere umano”, “creatura umana”.

 

Di conseguenza “Figlio dell’Uomo” è utilizzato in diversi testi biblici ebraici per indicare “uno della stirpe umana” e come tale esposto alla sofferenza e alla morte. Ma questa espressione si trova anche nel Profeta Daniele (610 a.C), in un contesto in cui Dio conferisce a questo personaggio, che viene sulle nubi del cielo, un potere nel giudizio finale: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un Figlio di Uomo. Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano. Il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto”.

 

Ma anche le Similitudini di Enoch del I secolo a.C. utilizzano spesso il termine “Figlio dell’Uomo”, per riferirsi ad una figura messianica:“Chiesi ad uno degli angeli a proposito di quel Figlio dell’Uomo: chi è, da dove viene. Ed egli mi rispose: costui è il Figlio dell’Uomo, per il quale fu fatta giustizia e con il quale è stata fatta giustizia”. Gesù quindi, definendosi Figlio dell’Uomo, voleva indicare sia la sua natura umana, che la sua funzione di “inviato di Dio”. Gesù si voleva così identificare con quella figura di Messia che gli Ebrei aspettavano. Ma l’enigmaticità di Gesù sta anche nel fatto che i Vangeli non ci parlano mai del suo aspetto fisico.

 

Curiosa la citazione dell’Evangelista Luca, che ci riferisce così di un certo Zaccheo: “Essendo Gesù giunto a Gerico, cercava di vedere Gesù per conoscere chi fosse, e non poteva a causa della folla, perché di statura era piccolo. E fatta prima una corsa in avanti, salì su un sicomoro (…un acero…) per vederlo, perché di la’ stava per passare”. Ma detto questo, Luca non ci dice se Zaccheo riusci a vederlo o meno!! Dunque la classica immagine iconografica di Gesù, con i capelli lunghi, barba rossastra ecc…non ha alcun riferimento attendibile. L’unico documento relativo all’aspetto fisico di Gesù, è quello di un ufficiale romano di nome Lentulo, che si trovava nella provincia della Giudea all'epoca di Tiberio Cesare (morto nel 37 d.C.) che scrive così al Senato Romano:

 

In quei tempi apparve, e vive tuttora, un uomo dotato di straordinario potere di nome Gesù Cristo. Dalla gente è detto profeta di verità, i suoi discepoli lo chiamano Figlio di Dio, risuscita i morti, e guarisce le malattie. E' un uomo dalla statura alta e ben proporzionata, dallo sguardo improntato a severità. Quanti lo guardano lo possono amare e temere. I suoi capelli hanno il colore delle noci di Sorrento molto mature e discendono dritti quasi fino alle orecchie. Dalle orecchie in poi sono increspati e a ricci alquanto più chiari e lucenti ondeggianti sulle spalle. Nel mezzo ha una riga secondo il costume dei nazarei. La sua fronte è liscia e serenissima, il viso non ha né rughe né macchie, ed è abbellito da un moderato rossore.

 

Il naso e la bocca sono perfettamente regolari. Ha barba abbondante dello stesso colore dei capelli: non è lunga e sul mento è biforcuta. Il suo aspetto è semplice e maturo. I suoi occhi sono azzurri, vivaci e brillanti. Terribile quando rimprovera, accarezzevole e amabile quando insegna, gioviale pur conservando la gravità. Qualche volta ha pianto, ma non ha mai riso. La statura del suo corpo è alta e diritta, le mani e le braccia sono graziose alla vista. Parla poco, grave e misurato”.

 

Alcuni studiosi ci riferiscono che questa lettera sia stata trovata nel 1421 da un certo Giacomo Colonna, in un documento proveniente da Costantinopoli e che risalga all’epoca di Diocleziano, databile intorno al 300 d.C. circa. Ma i più la trovano di nessun interesse, in quanto ritenuta di origine medioevale, dunque del tutto inattendibile.

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