Storia della scoperta dell'Ossario di Giacomo che dimostrava come Gesù avesse un fratello (e metteva in dubbio la ''verginità'' di Maria)

Ha pubblicato “Yehoshua ben Yosef detto Gesù – La sua vera storia – la forza delle sue idee”, “Il Vangelo Segreto di Gesù”, “Gesù di Betlemme” e “Il Ritorno alla Casa di Israele (il Noachismo)”
La questione della Tomba di Gesù (la c.d. “Tomba di Talpiot”) e dei suoi familiari, di cui abbiamo parlato nello scorso articolo (LEGGI QUI), non finì lì. Il 21 ottobre 2002 il canale televisivo “Discovery Channel”, insieme alla “Biblical Archaeology Society”, organizzò una conferenza stampa sul ritrovamento di un ossario, che riportava la seguente iscrizione in ebraico antico: “Yaakov bar Yoseph achui de Yeshua“ "Giacomo figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”. Il collezionista Oded Golan di Tel Aviv, considerato uno dei maggiori collezionisti al mondo di ossari, aveva comunicato alla stampa internazionale di aver acquistato questo reperto una decina di anni prima nella Città Vecchia di Gerusalemme e che lo aveva sottoposto alla verifica di André Lemer, il maggiore epigrafista semitico del mondo alla Sorbona di Parigi.
Il “Geological Survey of Israel” stabilì che il calcare dell’ossario era della zona di Gerusalemme. Altri esperti, quali Kyle McCarter e Joseph Fitzmyer, dichiararono che l'iscrizione poteva essere datata tra il 20 a.C. e il 70 d.C., dunque anche loro erano dell’avviso che fosse autentico. Il “Geological Survey of Israel” infine affermò quanto segue, al termine delle verifiche fatte: “Non è stato trovato nessun indizio che faccia pensare all'utilizzo di apparecchiature o strumenti moderni. Non è stata trovata nessuna prova che possa negare l'autenticità della patina e dell'iscrizione trovate”. Il manufatto fu quindi messo in mostra il 31 dicembre 2002 al “Royal Ontario Museum” di Toronto, con l'autorizzazione dell'Autorità per le Antichità di Israele.
L’Ossario di Giacomo dunque, secondo il parere di autorevolissimi studiosi ed enti, era il primo reperto archeologico della storia che riportava inciso il nome di Yehoshua, Gesù e che attestava inequivocabilmente che Giacomo era suo fratello “carnale''.
Ma chi era Giacomo, detto il Giusto? Era il fratello di Gesù. E chi lo dice? Lo dicono:
-l’Evangelista Marco parlando di Gesù: “Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo?”
-l’Evangelista Matteo: ““Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?”.
-S. Pietro, che invita il popolo a non dare retta “ad alcun maestro, a meno che non giunga da Gerusalemme con la parola di Giacomo il Giusto, il Fratello del Signore, o chiunque venga dopo di lui”.
-S. Paolo: “Degli Apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore”.
E’ citato inoltre anche da Egesippo (110 – 180 d.C.), Vescovo, scrittore e Padre della Chiesa e da Giuseppe Flavio (37 – 100), unanimemente considerato il più importante scrittore/cronista dell’epoca. Da evidenziare poi che c’è la “Lettera di Giacomo il Giusto” (50 d.C. circa). E’ inserita nel “Canone della Chiesa”, fra quelle che quindi la Chiesa considera fra i “Testi Sacri”. Oltre ad essere il “fratello di Gesù”, Giacomo il Giusto è stato inoltre il vero successore di Gesù dopo la sua morte per ben 25 anni, circostanza storicamente certa. Quindi non è stato Pietro, se non per un brevissimo periodo: (LEGGI QUI)
Ma se Giacomo era così famoso perché nessuno l’ha mai sentito nominare?
Nessuno l’ha mai sentito nominare perché è stato totalmente oscurato dalla Chiesa per i seguenti motivi:
1)se era fratello di Gesù allora Maria non sarebbe stata “semprevergine”, Dogma sul quale si regge tutta la Teologia della Chiesa: (LEGGI QUI)
2)S. Pietro non avrebbe avuto di fatto nessun ruolo e la famosa frase “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò il mio Regno” sarebbe stata sconfessata.
Infine, tutta la teologia di S. Paolo sul ruolo primario della “fede” sarebbe stata scardinata, in quanto Giacomo, con la sua lettera sopracitata, sacra per i cristiani, sosteneva esattamente l’opposto, che la “fede” senza le “opere”, cioè senza fatti e comportamenti concreti, sarebbe stata inutile. Per più dettagliate informazioni su questo: (LEGGI QUI)
Il ritrovamento dell’Ossario di Giacomo procurò quindi un vero e proprio terremoto. Ecco che, come sempre accade in queste circostanze, di lì a poco cominciarono gli attacchi.
Robert Eisenman, della California State University di Long Beach, studioso specializzato su Giacomo il Giusto, iniziò ad avanzare qualche serio dubbio sulla sua veridicità. E dichiarò ufficialmente che il ritrovamento era a suo parere "troppo perfetto". Il 18 giugno 2003 fece seguito “l'Israeli Antiquities Authority”, che sostenne - in base alle analisi sulla patina - che l'iscrizione fosse stata fatta in tempi recenti e poi invecchiata “artificialmente” con una soluzione calcarea.
Nonostante ciò il 26 febbraio 2007, nel corso della conferenza stampa organizzata da James Cameron e Simcha Jacobovici, in merito alla Tomba di Talpiot, di cui si è parlato, gli stessi sostennero che l'Ossario di Giacomo era certamente quello mancante dalla Tomba in oggetto. Confermarono dunque anche loro la sua autenticità. E nel 2007, Matti Myllykoski, professore di teologia del Nuovo Testamento all' Università di Helsinki, così si espresse: “Molti studiosi – basandosi su prove a dir poco convincenti – hanno il forte sospetto che si tratti di un falso moderno”.
Ancora una volta non riusciremo facilmente a sapere qual è la verità. Una cosa però è certa. Se quell’Ossario fosse mai autentico, andrebbe riscritta automaticamente l’intera vicenda relativa a Gesù e di conseguenza della Chiesa. Vicenda, quella del Cristianesimo e quindi della Chiesa, che comunque è da riscrivere in base all’immensa documentazione storica disponibile, come credo di aver dimostrato dal mio primo articolo su questa Testata del 24.11.2017 ad oggi.