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Arrestato per spaccio, durante l'udienza chiama la mamma per implorarla di accoglierlo a casa per i domiciliari
Il 20enne accusato per spaccio dovrà andare a processo in settembre. Alla fine la mamma ha detto sì, altrimenti avrebbe dovuto attendere l'udienza in carcere

TRENTO. Dell'arresto del 20enne per detenzione e spaccio di stupefacenti abbiamo scritto ieri. E ieri il giovane si è dovuto presentare davanti al giudice, per la direttissima. L'udienza è da raccontare, perché l'imputato ha dovuto chiamare la mamma per implorarla di farlo tornare a casa, altrimenti in attesa del processo avrebbe dovuto rimanere in carcere.
L'avvocato Andrea Antolini, ottenuto l'obbligo di dimora in attesa dell'udienza fissata in settembre, ha provato lui stesso a chiedere alla madre la disponibilità ad accogliere il figlio. Ma la madre dell'imputato non voleva, arrabbiata con il figlio e non più disposta ad averlo in casa, preoccupata per il cattivo esempio che avrebbe potuto dare ai fratelli più piccoli.
La giudice Greta Mancini ha concesso al giovane un ultimo tentativo di convincere la famiglia, e così è stato lo stesso imputato a chiamare al telefono la madre, durante l'udienza, promettendo che farà il bravo, che rispetterà le prescrizioni del giudice e dalle 20 alle 7 non uscirà di casa, stando ben lontano dai parchi e dalle cattive compagnie.
La mamma, alla fine, ha detto sì. E così il giovane, con la coda tra le gambe, è stato rilasciato ed è filato a casa. Oltre all'obbligo di dimora, oltre al processo che dovrà affrontare in settembre, dovrà vedersela anche con la madre che era pronta a farlo andare in carcere per fargli capire che ha sbagliato.