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Degrado e razzie all'ex Villa Rosa, chiesti a due dirigenti e a un tecnico dell'Azienda sanitaria 204 mila euro
Per la Procura della Corte dei Conti la responsabilità per "grave e colpevole negligenza" ricade sui dipendenti dell'Apss. Dalla struttura asportata più di una tonnellata di fili di rame

PERGINE. Dopo il trasloco del 2015, la struttura che ospitava Villa Rosa è stata completamente razziata: dall'interno sono stati asportati centinaia di metri di filo di rame e gli interni sono stati distrutti. Un danno che la Procura regionale della Corte dei Conti ha quantificato in 204 mila euro.
Il degrado che indisturbato si protraeva in una struttura pubblica è stato segnalato da una petizione, più di 500 firme che di cittadini indignati e preoccupati per la situazione che si stava protraendo da tempo.
A rispondere della situazione che si è creata, responsabili per la Procura dello stato in cui versa l'immobile e responsabili del danno erariale, sono due dirigenti e un tecnico dell'Azienda sanitaria trentina.
Il pm Marcovalerio Pozzato ha emesso le citazioni a carico di Marco Trentinaglia, direttore del Servizio immobili dell'Apss, di Claudio Candioli, dirigente del Nucleo gestione immobili dell'Apss e Stefano Zanghellini responsabile per il Servizio immobili della zona di Pergine.
Le accuse della Procura sono ora da dimostrare e c'è lo spazio per la difesa che ha già contestato la tesi dell'accusa. Ma i rilievi di Pozzato sono pesanti: per l'accusa "i comportamenti gravemente omissivi" del tecnico e dei dirigenti sono da attribuire "alla grave e colpevole negligenza".