La Provincia ricorre contro Equitalia. Impugnata una cartella da 73,50 euro
La Provincia di Trento aveva già ottemperato tempestivamente al pagamento richiesto il 22 luglio del 2016. A fronte delle richieste dell'Ente ha deciso di ricorrere davanti la Commissione Tributaria provinciale di Trento di 1° grado per evitare di pagare nuovamente i 73,5 euro

TRENTO. Anche la Provincia di Trento ha ricevuto una “cartella pazza” di Equitalia. L'importo in questione è di 73,50 euro e la Giunta, nell'ultima seduta, ha deciso di impugnarla davanti la Commissione Tributaria provinciale di Trento di 1° grado.
Per capire a cosa si riferisce questa vicenda bisogna però fare un passo indietro. Alla fine di marzo del 2016 la Provincia riceve da parte di Equitalia Giustizia S.p.A. con sede in Roma, una richiesta di pagamento. L'ente intima alla Provincia Autonoma di Trento di effettuare il pagamento dell’importo aggiuntivo di 73,50 euro, a titolo di contributo unificato. Il motivo di questa richiesta è riferito ad un'altra vicenda giudiziaria nella quale, con sentenza n. 86/2016, la Corte d’Appello di Trento aveva dichiarato soccombente l’Amministrazione, con il conseguente sorgere dell’obbligo di pagamento della somma di denaro in capo alla Provincia.
Di fatto, però, la Provincia aveva già ottemperato tempestivamente al pagamento richiesto il 22 luglio del 2016. Sono quindi state avviate le verifiche e le richieste spiegazioni all’Ufficio preposto al recupero dei crediti della Corte d’Appello di Trento il quale, dopo aver verificato la pratica e confermato che il pagamento era già avvenuto nel 2016, ha rilasciato, a dimostrazione dell’avvenuto pagamento, la relativa quietanza.
L’Amministrazione ha quindi provveduto in data 18 luglio 2018 via pec a chiedere un riscontro a Equitalia S.p.A. Ma, nonostante le ricevute di accettazione e avvenuta-consegna, non è pervenuta alla data odierna alcuna risposta.
Si è quindi ritenuto opportuno impugnare la cartella di pagamento pervenuta il 10 luglio 2018 al fine di evitare che il prolungato silenzio dell’Ente impositore pregiudichi la possibilità all'Amministrazione di poter far valere le proprie ragioni.
Qui il testo della delibera della Giunta Provinciale