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Coronavirus, il Trentino peggior territorio d'Italia nell'ultimo report dell'Iss con quasi 37 cittadini contagiati ogni 100 mila abitanti

L'incidenza sul territorio provinciale si attesta a 36,85, mentre Bolzano è a 32,33 e la media italiana a 15,42. Più del doppio e un'altra Regione cerchiata in rosso è la Liguria che segna un 34,48 e in queste ore è stata inserita dalla Svizzera come "zona rossa". Un'incidenza per il Trentino alta anche nell'analisi degli ultimi 14 giorni

Di Luca Andreazza - 27 settembre 2020 - 14:11

TRENTO. E' un settembre difficile sul fronte dei contagi in Trentino Alto Adige. E la fotografia emerge dal report dell'Istituto superiore di sanità e del ministero per quanto riguarda la settimana dal 14 al 20 settembre. Il territorio provinciale presenta i dati peggiori in Italia. 

 

In questo periodo sono stati identificati in provincia di Trento 233 contagi, mentre in questo mese il numero sale a 784 casi. Fortunatamente restano bassi i dati delle ospedalizzazioni e la terapia intensiva è vuota per quanto riguarda gli affetti da Covid-19.

 

L'incidenza sul territorio provinciale si attesta a 36,85 nei dati del report (quasi 37 cittadini contagiati ogni 100 mila abitanti), mentre Bolzano è a 32,33 e la media italiana a 15,42. Più del doppio e un'altra Regione cerchiata in rosso è la Liguria che segna un 34,48 e in queste ore è stata inserita dalla Svizzera come "zona rossa", cioè i liguri che valicano il confine elvetico devono osservare 14 giorni di quarantena. 

 

Un'incidenza per il Trentino alta anche nell'analisi degli ultimi 14 giorni: 71,49. In questo caso va leggermente meglio per l'Alto Adige che si ferma a 59,39. Ma è chiaro che c'è una certa preoccupazione: ci sono diversi focolai e settori da monitorare tra comparto della lavorazione della carne, edilizia e agroalimentare. Inoltre la percentuale nei nuovi contagi scoperti inizia a esulare da queste situazione e il contact tracing diventa più impegnativo. 

Un altro settore attenzionato è quello scolastico, la riapertura degli istituti rappresenta comunque una fonte di stress per quanto riguarda la prevenzione: una quindicina di classi attualmente è in quarantena, mentre altre 6 hanno terminato il periodo di isolamento.

 

A livello regionale un focolaio è stato trovato dentro una scuola di Merano che da lunedì chiuderà i battenti per 14 giorni. Si tratta dell'istituto superiore Gandhi, la prima struttura costretta a chiudere completamente da quando è ripartita la scuola in regione. In altri 5 istituti, sempre in Alto Adige, sono stati, poi, trovati studenti positivi ma al momento le procedure di sicurezza permettono di isolare le classi senza dover procedere con tutta la struttura, gli ultimi casi sono avvenuti alle elementari Pestalozzi (Qui articolo) e alle superiori a Bressanone (Qui articolo).

 

Nelle scorse ore in Trentino sono stati rilevati diversi casi a livello provinciale: una scuola di Borgo e una di Trento, senza dimenticare la scoperta di alcune infezioni al Martino Martini di Mezzolombardo e al Pilati di Cles.

 

 

Nella giornata di ieri, sabato 26 settembre, c'è stata in linea generale un'impennata di casi in Trentino: sono 51 i nuovi positivi e un paziente in più in ospedale. Attualmente ci sono 14 persone con Covid-19 nei normali reparti e fortunatamente nessuno deve ricorrere alle cure della terapia intensiva. Il rapporto contagi/tamponi si attesta a 2,4% (Qui articolo).

 

"Il numero dei casi di Covid-19 e di ricoveri continua ad aumentare. Questo significa che occorre mantenere una linea di massima prudenza", si legge nel report dell'Iss, che aggiunge: "Il grande impegno di tutta la popolazione nella fase di riapertura e il mantenimento di misure rigorose permette oggi di avere un impatto più contenuto sulla salute della popolazione e sul sistema sanitario rispetto agli altri paesi europei. Questo non deve portare a sottovalutare il rischio che sarebbe generato dall’autorizzazione di eventi ed iniziative di aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei".

 

Oltre alle misure di controllo e di prevenzione delle autorità, il necessario ricorso a tutte le strumentazioni a disposizioni per contenere la diffuse del contagio (Qui articolo), diventa quindi importante che anche la popolazione faccia la propria parte attraverso il rispetto delle regole tra mascherine, distanziamento interpersonale e igienizzazione della mani, oltre a evitare situazioni di assembramento

 

 

Punti chiave del report dell'Iss:

Il virus oggi circola in tutto il Paese. Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la ottava settimana consecutiva con una incidenza cumulativa (dati flusso Iss) negli ultimi 14 giorni di 31.4 per 100 mila abitanti (periodo 7/9-20/9) (era a 29,4 per 100.000 abitanti nel periodo 31/8–13/9). Mentre nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento della età mediana dei casi notificati, questa settimana l’età mediana è stabile a 41 anni.

 

Dieci Regioni/PPAA hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso Iss) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati (da stato estero e/o da altra Regione) o ad un aumento nella attività di screening. La maggior parte dei casi segnalati (84,2%) continua ad essere contratta sul territorio nazionale, con una lieve diminuzione dei casi importati da stato estero (8% dei nuovi casi diagnosticati questa settimana vs 10,8% la settimana precedente) e anche dei casi importati da altra Regione/PA (3,3% nella settimana corrente vs 5,5% la settimana precedente). Il 27,6% dei nuovi casi diagnosticati in tutto il Paese è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 35,8% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (31,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5,2%).

 

Nel periodo 3 - 16 settembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95 (95%CI: 0,88 – 1,05), al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva. Bisogna tuttavia interpretare con cautela l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza.

 

Sono stati riportati complessivamente 2.868 focolai attivi di cui 832 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la ottava settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 2.397 focolai attivi di cui 698 nuovi). Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (102/107). Nonostante l’alto numero di focolai attivi, il 28,7% dei nuovi casi non è associato a catene di trasmissione note. La maggior parte dei focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare/familiare (76,1% di tutti i focolai attivi), con un lieve aumento dei focolai associati ad attività ricreative (6,3%) e all’ambito lavorativo (5,6%).

 

A livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4% al 5% mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni/PA. Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati.

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