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Coronavirus, la proposta dell'immunologa Viola: "7-10 giorni di lockdown programmato ogni mese"
Ai microfoni di Radio 24 si è presentata l'immunologa padovana Antonella Viola con una proposta peculiare: "Fare tra i 7 e i 10 giorni di lockdown totale ogni mese per riguadagnare un po' di equilibrio, e poi ritornare a fare una vita "normale", sempre nel rispetto delle misure di sicurezza"

PADOVA. "Il lockdown mirato solo per gli anziani ha veramente poco senso. In primo luogo perché la fascia d'età più colpita non è più quella degli over settanta e in secondo luogo perché se facciamo circolare liberamente il virus rischiamo di contagiarli tutti non appena li lasciamo uscire di casa. Serve un lockdown programmato da qui a giugno. Dobbiamo essere noi a guidare". Queste le parole dell'immunologa padovana Antonella Viola, professoressa di Patologia generale al Bo e direttrice dell’Istituto di ricerca pediatrica, ai microfoni di Radio 24.
Per la professoressa il modo con cui si sta gestendo la crisi non è efficiente. "La sensazione percepita è di confusione. Siamo inseguiti da nuovi Dpcm ogni settimana che non fanno altro che aumentare la confusione. Inoltre la questione si è tramutata in uno scontro tra Stato e Regioni, non è più una questione di scienza, è diventata una questione politica".
Ma allora qual è la proposta dell'immunologa? "L'importante è che i prossimi lockdown siano programmati. Una possibilità potrebbe essere quella di fare tra i 7 e i 10 giorni di lockdown totale ogni mese, per riguadagnare un po' di equilibrio, e poi ritornare a fare una vita "normale", sempre nel rispetto delle misure di sicurezza. In questo modo la popolazione potrebbe organizzarsi. Anche le attività commerciali ne gioverebbero, per loro è molto più facile prepararsi ad affrontare un lockdown programmato e di breve durata piuttosto che doversi chiedere ogni giorno se quello seguente potranno aprire".
Da parte di Viola arriva anche il no alla chiusura dei negozi prima delle 18: "Fa solo accalcare le persone negli orari d'apertura ed è una decisione punitiva per i cittadini che già non possono uscire per una passeggiata. In questi giorni a Padova l'aperitivo si è fatto dalle 16 alle 18: se restringi gli orari le persone si affollano quando possono". Un fenomeno che ha visto riscontri anche qui a Trento, dove le persone, impossibilitate ad andare al cimitero l'1 e il 2 novembre, si sono organizzate e vi si sono recate in massa nei giorni precedenti (QUI ARTICOLO).