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Linee elettriche, teleferiche e slack-line, rischi per il volo degli elicotteri negli interventi di soccorso. La Provincia detta le regole
La Provincia di Trento ha avviato, prima in Italia, un intervento normativo in questo settore. Abbagnale: "I cavi che sullo sfondo hanno boschi o montagna per chi si trova in elicottero diventano invisibili e possano portare a situazioni drammatiche"

TRENTO. Linee elettriche, antenne, teleferiche e da ultimo le slack-line. Sono moltissimi i pericoli per il volo degli elicotteri che si trovano spesso nelle valli a soccorrere le persone. Una situazione diventata ulteriormente complicata all’indomani della tempesta “Vaia”, che ha colpito anche il territorio trentino alla fine di ottobre del 2018. Questa ha portato nei mesi successi ad una elevata attività di esbosco che ha richiesta anche l’installazione di teleferiche mobili per trasportare a valle il legname.

Se da un lato il problema è molto sentito dall'altro, però, manca una vera e propria normazione.
“Questi pericoli – ha spiegato Mauro Odorizzi del Dipartimento della protezione civile – per gli elicotteri della protezione civile e soccorso sanitario sono molti sentiti. Ci troviamo però davanti ad una forte carenza di norme. La Provincia di Trento, che ha investito sia in ambito di elisoccorso che di protezione civile, ha quindi tentato di dare delle chiare disposizioni”.
Da qui la decisione di elaborare, assieme ai protagonisti di questo mondo, delle disposizioni che possano in qualche modo obbligare le imprese boschive a segnalare le teleferiche o altri ostacoli per tutelare gli elicotteri. Un intervento quanto mai richiesto visto, come già detto, l'aumento delle attività di esbosco per ripristinare il territorio dopo Vaia, richiedono numerose teleferiche mobili.
“E' un pericolo molto forte per noi – ha spiegato Marco Abbagnale, pilota responsabile Sicurezza Volo Nucleo Elicotteri di Trento – perché non vediamo i cavi dall'elicottero che diventano invisibili quando sullo sfondo abbiamo la montagna e i boschi”. Un pericolo notevole. “Le conseguenze – ha proseguito Abbagnale – possono essere molto gravi, drammatiche perché l'urto delle pale contro un cavo è distruttivo”.
Si è quindi deciso di elaborare delle linee guida con un lavoro che ha visto protagonisti la forestale, la protezione civile fino ad arrivare alle imprese boschive per trovare una soluzione affinché questi cavi siano visibili sia di notte che di giorno. La decisione quindi di impegnare le aziende nel segnalare piloni, tralicci, cavi, funi che rischiano di non essere viste. Questo attraverso delle strisce riflettenti ben visibili di colore giallo, rosso, arancione e bianco.

I forestali, che curano la formazione delle aziende boschive, hanno poi trasferito queste regole trovando ampia collaborazione. “Chiaro che ci sarà qualche onore in più – ha spiegato Paolo Sandri, presidente delle Imprese boschive dell'associazione Artigiani del Trentino – ma è una cosa positiva e che serve”. Con questo impegno la Provincia di Trento ha avviato, prima in Italia, un intervento normativo in questo settore.