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'Ndrangheta in Trentino, spunta il nome anche di un generale dell'esercito. Ci sono nuovi indagati, al setaccio cellulari e pc
Le indagini dell'operazione Perfido proseguono e la Procura ha inviato un avviso di "accertamenti tecnici non ripetibili" a 29 persone. Negli atti è spuntato anche il nome del generale Dario Buffa

TRENTO. Prosegue l'indagine “Perfido”, quella che ha portato alla luce la presenza della 'ndrangheta anche in Trentino (QUI L'ARTICOLO). Un sistema nato dal sodalizio mafioso in val di Cembra e che è poi arrivato ad insinuarsi nei sistemi economici e politici nel Trentino. (QUI L'ARTICOLO)
Nei giorni scorsi la Procura di Trento ha inviato a 29 indagati un avviso di “accertamenti tecnici non ripetibili”. Sotto la lente degli investigatori ci sono cellulari, computer, sim card ma anche macchine fotografiche e tanto altro che proprio oggi i carabinieri metteranno sotto setaccio per trovare nuove prove e confermare situazioni per riuscire ad aprire ancora di più la breccia creata gli scorsi mesi e che ha visto già l'esecuzione di 19 misure cautelari confermate nei giorni scorsi dal tribunale del riesame. (QUI L'ARTICOLO)
E' bene chiarire che l'iscrizione nel registro degli indagati e gli avvisi di accertamento sono a tutela delle persone che sono sottoposte a verifiche. Le indagini stanno andando avanti e non indicano una prognosi di colpevolezza.
Tra i 29 nomi che hanno ricevuto l'avviso della Procura spunterebbe anche quello del generale di brigata dell'esercito Dario Buffa, (respinge le accuse), che dal 2014 al 2016 ha ricoperto anche l'incarico di comandante del Comando militare dell'esercito del Trentino Alto Adige.
L'alto ufficiale è indagato per favoreggiamento personale. Buffa, secondo quando si legge negli atti dell'inchiesta, si sarebbe messo a disposizione di Domenico Morello. Nelle carte dell'indagini risulterebbe che proprio quest'ultimo, durante una conversazione, si definisce tranquillo certo di non essere sotto osservazione per quanto comunicatogli dal Generale Buffa Dario: “Io non sono sotto controllo, perché il Generale mi ha detto di no”. Ci sono poi altre intercettazioni che hanno portato gli inquirenti ad approfondire il suo ruolo.