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Travolto da un tronco mentre aiutava il padre nel bosco, Philipp è morto a 16 anni. I sindacati: ''Non si può morire all'alba della vita''
La tragedia è avvenuta ieri in un bosco a Campo Tures a poca distanza dal maso di famiglia. Il giovane soccorso è stato portato in ospedale ma le ferite riportate poco dopo si sono rivelate fatali

BOLZANO. Si chiama Philipp Schöpfer il giovane di 16 anni che ieri è morto a seguito di un incidente avvenuto in un bosco mentre stava facendo dei lavori assieme al padre.
L'allarme era scattato attorno alle 9.30, il giovane stava dando una mano per sistemare il bosco accanto al maso di famiglia da alcune piante schiantate. Ad un certo punto, però, sulla dinamica esatta sono in corso delle verifiche, un tronco lo ha travolto.
Un impatto molto violento che ha fatto scaraventare a terra il ragazzo ferendolo in maniera molto grave. Dalle prime informazioni, che dovranno ora essere confermate, il giovane non indossava protezioni.
Tutto è successo sotto gli occhi del padre che ha immediatamente avvisato con il cellulare i soccorsi. Sul posto si sono portati la croce bianca e la croce rossa con i medici d'emergenza e il soccorso alpino. Il 16enne è stato intubato e poi in condizioni disperate trasportato all'ospedale di Brunico. Qui, dopo poco, è morto per le gravi ferite riportate.
I particolari su quello che è successo sono al vaglio dei carabinieri che dovranno ora ricostruire l'accaduto e capire la dinamica. Resta, invece, una famiglia distrutta.
Ad esprimere la propria vicinanza ai famigliari di Philipp è stato il sindacato Ugl di Bolzano. "Non si può morire a 16 anni, all’alba della vita, a causa di un incidente sul lavoro. È un avvenimento inaccettabile" è stato spiegato in una nota. "Per evitare simili tragedie è necessario incrementare i controlli sui posti di lavoro - continua il sindacato - e promuovere una maggiore formazione e cultura della sicurezza, soprattutto per quei lavoratori che svolgono mansioni a rischio infortuni".
"Dobbiamo dire basta a queste stragi silenziose” ha concluso Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl.