
Coronavirus, tra ottobre e dicembre in Trentino la [...]

Coronavirus, la Campania in zona rossa, Veneto in [...]

Coronavirus in Trentino, 16 casi ad Arco e 13 positivi a [...]

Coronavirus in Trentino, focolaio allo studentato [...]

Coronavirus, in Alto Adige massima attenzione in 15 [...]

Ha studiato moda ma resta senza lavoro causa Covid, [...]

Primo in Italia, l'Alto Adige ha già somministrato oltre [...]

Coronavirus, Fugatti: ''Fornitura di vaccini in arrivo [...]

Coronavirus, Fugatti: ''Siamo in zona arancione. I dati [...]

Coronavirus in Trentino, 406 nuovi positivi e 3 morti. Il [...]
Medico arrestato per la morte di due pazienti Covid, avrebbe usato dei farmaci che ne hanno causato il decesso
Si tratta del primario facente funzioni dell'ospedale Montechiari di Brescia che dovrà rispondere di fatti avvenuti a marzo quando l'epidemia era esplosa in Italia e in Lombardia in particolare. Negli scorsi giorni sono state esumate le salme di tre pazienti deceduti

BRESCIA. E' accusato di omicidio volontario, in quanto avrebbe intenzionalmente somministrato a pazienti affetti da Covid-19 farmaci ad effetto anestetico e bloccante a livello neuromuscolare, causando la morte di due di loro. E' stato arrestato questa mattina dai carabinieri del Nas il primario facente funzioni del pronto soccorso dell'ospedale di Montechiari e ora dovrà rispondere di quanto, secondo l'accusa, sarebbe avvenuto a marzo quando era esplosa la pandemia anche in Italia (e in Lombardia in particolare).
Nel vuoto procedurale, quando ancora non si conosceva né il virus né le modalità per rallentarlo e curarlo, con il numero di contagi che andava crescendo giorno dopo giorno ripercuotendosi sulle strutture ospedaliere, intasandole e facendole collassare.
A due mesi di distanza dagli eventi, raccogliendo ed elaborando indicazioni circa la possibilità che il decesso di alcuni pazienti fosse stato causato da pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico, i carabinieri del Nas di Brescia hanno immediatamente avviato un'indagine, d'intesa con la Procura della Repubblica. Anche mediante il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall'autorità giudiziaria, le attività investigative hanno consentito di analizzare le cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid-19, riscontrando in alcuni casi un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute.
Tre salme sono state esumate per essere sottoposte ad indagini di natura autoptica e tossicologica. Le indagini hanno rilevato, all'interno di tessuti ed organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato che, se utilizzato al di fuori di specifiche procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. Peraltro, nelle cartelle cliniche dei deceduti oggetto di verifica non compare la somministrazione di quei medicinali (indicata invece nelle cartelle di pazienti poi effettivamente intubati) tanto da ipotizzare a carico dell'indagato anche il reato di falso in atto pubblico.
Il quadro accusatorio ipotizzato dagli esiti del procedimento penale e le fonti di prova documenterebbero la condotta criminosa del primario: sarebbero stati somministrati a pazienti Covid medicinali idonei a provocare una letale depressione respiratoria. Questo per almeno due pazienti, uno di 51 anni e uno di 80. Da qui la scelta, condivisa anche dal gip di Brescia, di disporre gli arresti domiciliari per scongiurare il pericolo di inquinamento probatorio e la possibile reiterazione dei reati.