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Non c'erano più speranze dopo la diagnosi di tumore al fegato, ma il team di esperti dell'Ulss Dolomiti la salva: dimessa oggi una 67enne
La donna, colpita da carcinoma al fegato, era già stata avviata verso un percorso di cure palliative. La direttrice dell'Ulss 1 Dolomiti Maria Grazia Carraro: “La nostra vera forza rappresentata dalla collaborazione tra le varie figure e l'approccio umano con cui ogni persona viene accolta e curata”

BELLUNO. Dopo un malessere apparentemente banale si era rivolta al suo medico, scoprendo di avere un tumore inoperabile al fegato: un team di esperti da tutto il Bellunese ha collaborato riuscendo a ridare vita ad una donna di 67 anni, che oggi (5 ottobre) è stata finalmente dimessa con una prospettiva di cura che prima non esisteva. La donna, originaria dell'Alpago, aveva sempre goduto di buona salute, ma la diagnosi arrivata dopo i primi accertamenti toglieva ogni speranza: carcinoma al fegato, inoperabile. Il tumore occupava l'80% dell'organo e la paziente era già stata avviata verso un percorso di cure palliative.
A quel punto però la 67enne è stata presa letteralmente in carico non da un singolo professionista, ma da una cordata intera di specialisti dell'Ulss 1 Dolomiti, che hanno attivato una valutazione collegiale multi-specialistica per fronteggiare il caso da tutti i punti di vista. La speranza, inizialmente fioca, è divampata quando, grazie alla condivisione delle proprie competenze e professionalità, il team ha ideato una strategia per cercare di rendere operabile un tumore che inizialmente non sembrava esserlo. Il piano prevedeva il trattamento chemioterapico, la radiologia interventistica e la chirurgia del fegato.
“Il tumore poteva essere asportato solo lasciando un piccolissimo segmento di fegato che avrebbe portato a morte certa per insufficienza epatica” spiega il dottor Valter Vincenzi, dell'ambulatorio di epatologia della Uoc di Medicina di Belluno. Dopo la diagnosi e la stadiazione della malattia eseguita dalla radiologia di Belluno, la paziente è stata affidata all'oncologia del dottor Fable Zustovich, che ha sottoposto la paziente ad un trattamento chemioterapico con lo scopo di indurre una riduzione del tumore. Al termine dei trattamenti però il tumore risultava ancora troppo esteso per essere asportato ed è quindi intervenuto il dottor Riccardo Berletti, direttore della Radiologia di Feltre, che ha sottoposto la paziente ad un trattamento radiologico angiografico per embolizzare le strutture vascolari del fegato interessato dalla malattia, sfruttando la capacità rigenerativa ed ipertrofizzante del fegato sano residuo.
Il trattamento ha in poche parole portato il fegato 'sano', inizialmente troppo piccolo per sostenere le capacità vitali della paziente, ad aumentare il suo volume e si è resa quindi possibile la valutazione da parte del direttore della chirurgia di Feltre Umberto Monti, con una consolidata esperienza nel trattamento dei tumori del fegato e del pancreas. “I margini di operabilità erano esigui per l'estensione di malattia e il poco fegato sano rimanente - ha detto il chirurgo – ho sottoposto la paziente all'asportazione di 6 segmenti di fegato su 8 con un'attenzione maniacale per preservare la vascolarizzazione del fegato residuo: un albero con le radici tagliate si secca”. L'importante intervento, durato 5 ore, è stato possibile anche grazie all'apporto dell'equipe di anestesia guidato dal dottor Federico Innocente e dal contributo del direttore dell'anatomia patologica Duilio Della Libera, che ha dato una valutazione in tempo reale sulla qualità del fegato rigenerato e sulla assenza di linfonodi interessati da malattia.
Oggi, finalmente, la paziente viene dimessa con gioia dal reparto di chirurgia di Feltre, con una prospettiva di cura che prima non esisteva. “La determinazione, le conoscenze, le professionalità e la collaborazione tra specialisti hanno reso possibile questo risultato di cura che rappresenta un qualcosa di straordinario nell’ordinarietà quotidiana - commenta la direttrice generale dell'Ulss 1 Dolomiti Maria Grazia Carraro - la nostra Azienda è dotata di tutte le competenze e la tecnologia per portare a termine con successo interventi delicati. La vera nostra forza è rappresentata dall’integrazione e collaborazione tra le varie figure e l’approccio umano e relazionale con cui ogni persona viene accolta e curata, dando sicurezza e speranza anche ai casi più complessi”.