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Uccisione George Floyd: l'ex poliziotto Chauvin colpevole di tutti e tre i capi d'imputazione, rischia 40 anni. Biden: "Un passo in avanti verso la giustizia in America"
Derek Chauvin, l'ex poliziotto che il 25 maggio dello scorso anno a Minneapolis ha ucciso George Floyd rimanendo con il ginocchio premuto sul collo del 46enne afroamericano per oltre nove minuti, è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo, omicidio dovuto a condotta pericolosa e negligente e omicidio preterintenzionale. La pena per l'uomo, che verrà decisa nelle prossime settimane, potrebbe arrivare a 40 anni

TRENTO. Il 25 maggio scorso a Minneapolis, il ginocchio di Derek Chauvin è rimasto premuto sul collo di George Floyd per un totale di 9 minuti e 29 secondi, soffocando il 46enne afroamericano e dando il via ad un movimento di protesta che ha coinvolto il mondo intero. Ora, secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, l'America ha compiuto "un enorme passo in avanti nella marcia verso la giustizia": Chauvin è stato dichiarato colpevole di tutti e tre i capi d'imputazione di cui era accusato, omicidio di secondo e di terzo grado e omicidio colposo.
La pena per l'ex poliziotto di Minneapolis verrà ufficializzata nelle prossime settimane dal giudice Peter Cahill. Tenendo in considerazione le aggravanti, come ad esempio l'aver commesso un omicidio davanti a testimoni minorenni, Chauvin rischia di essere condannato a 40 anni di carcere.
La sentenza della giuria, arrivata dopo circa dieci ore di dibattimento, era attesa da tutto il paese dove il movimento di protesta nato in seguito all'uccisione di Floyd, che a giugno dello scorso anno avevano toccato simultaneamente oltre 2mila città in tutti gli Stati Uniti, aveva chiesto a gran voce di riconsiderare dalle fondamenta il concetto di uguaglianza e equità razziale in America.
Si è detto "sollevato" della condanna di Chauvin il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha dichiarato pubblicamente d'aver "pregato per il giusto verdetto" ma che il paese "non può fermarsi qui. 'I can't breathe' sono state le ultime parole di George Floyd: non possiamo lasciare che queste parole muoiano con lui".