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Dopo i devastanti incendi vegetazione non più in grado di bloccare gli smottamenti, ''per la Sp251 servono interventi strutturali''
Qualche settimana fa i boschi della Val di Zoldo hanno bruciato per giorni e giorni. La zona era già molto franosa e ora la vegetazione risulta essere molto indebolita se non totalmente assente in alcuni punti. ''Il posizionamento di barriere paraschegge e la sostituzione delle reti esistenti, a opera di Veneto Strade che presidia puntualmente la situazione, può essere una prima soluzione al rischio di caduta massi'' spiega il consigliere delegato Fabio Luchetta

VAL DI ZOLDO. Diverse aree a rischio frana perché la vegetazione non è più in grado di costituire un valido impedimento agli smottamenti. E' questo il risultato dei devastanti incendi che hanno colpito nelle scorse settimane la Val di Zoldo e in questi giorni i tecnici della provincia di Belluno lo hanno certificato con un sopralluogo lungo la Sp251. Sono stati fatti, infatti, controlli e analisi e l'area dell'incendio è stata sorvolata in elicottero, in particolare tra Soffranco e Mezzocanale, per valutare la situazione del versante e lo stato di criticità.
Nelle prossime settimane saranno fatti ulteriori approfondimenti, per capire nell’insieme quali sono le condizioni della strada e quali sono gli interventi da mettere in campo. Quel che si vorrebbe fare, però sono ''non interventi di rattoppo, ma con una logica precisa che vada oltre il post-emergenza'' spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin.

Gli esiti del sopralluogo infatti, a seguito dell’ispezione ravvicinata del pendio effettuata dal sorvolo a bassa quota, hanno permesso di evidenziare le condizioni del versante e dalle analisi della Provincia, risultano diverse aree caratterizzate dalla presenza di blocchi di piccole dimensioni e di tre valli al cui interno è presente una discreta quantità di materiale detritico accumulato nel corso degli anni. La vegetazione fortemente compromessa dall’incendio non sembra più costituire un valido impedimento a movimenti franosi.

''Il posizionamento di barriere paraschegge e la sostituzione delle reti esistenti, a opera di Veneto Strade che presidia puntualmente la situazione, può essere una prima soluzione al rischio di caduta massi'', spiega il consigliere delegato alle infrastrutture, Fabio Luchetta. ''La messa in sicurezza è prioritaria e da tempo stiamo studiando le possibili soluzioni su tutta la strada, non solo nei tratti che oggi risultano maggiormente a rischio a seguito dell’incendio. È per questo che nelle prossime settimane verranno condotte ulteriori analisi''.
''La programmazione è indispensabile per evitare di disperdere risorse. Purtroppo la Provincia ha una manovra di spesa limitata e le criticità sulle strade di competenza sono diverse, non solo in Val di Zoldo'', conclude il presidente Padrin. ''I trasferimenti statali per la viabilità, che ammontavano originariamente a 15 milioni di euro l’anno, sono stati prima dimezzati e poi azzerati nel 2014. Quindi oggi serve una programmazione che permetta di ottimizzare gli interventi su tutto il territorio provinciale. La Sp251 era una priorità già prima dell’incendio che ha devastato il versante a monte e rimane una priorità adesso, come dimostra lo stanziamento di 1,1 milioni di euro che abbiamo disposto per la frana di Solagnot, a cui si aggiunge il milione per il paraschegge, stanziato nei giorni scorsi, così da accelerare la riapertura del transito della strada. Ma il principio della coperta corta comporta che per intervenire da una parte, ci siano altre zone della viabilità provinciale che devono attendere. Per questo abbiamo già predisposto una lettera indirizzata ai ministri bellunesi Franco e D’Incà, e al ministro Giovannini, per individuare le risorse necessarie a mettere in sicurezza le situazioni più critiche. La viabilità è e deve essere una risorsa per un territorio di montagna, non un problema. E non può invece essere un ostacolo per la permanenza dei cittadini e delle imprese''.