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Sale sulla Lupa del Lagorai e condivide lo scatto (FOTO): ''Comportamento pericoloso e vietato''. Lo scultore: “Così si rovina l'opera”
Un lettore ha inviato a il Dolomiti uno scatto, condiviso negli scorsi giorni sui social. che ritrae un uomo in piedi sulla Lupa del Lagorai, l'ultima opera realizzata in Trentino dallo scultore veneto Marco Martalar. Il vice-sindaco di Levico Terme Patrick Arcais: “In zona presente un cartello con il divieto di toccare l'opera”

LEVICO TERME. “Quando ho visto lo scatto mi sono innervosito: se tutti si comportassero in questo modo l'opera in poco verrebbe completamente rovinata. Bisogna ricordare che i vari frammenti in legno sono tenuti insieme da viti e con il peso di una persona possono quindi facilmente staccarsi”. Sono queste le parole dello scultore veneto Marco Martalar in merito allo scatto, condiviso negli scorsi giorni sui social (e inviato da un lettore a il Dolomiti), che ritrae un uomo in piedi sulla Lupa del Lagorai, l'ultima opera realizzata da Martalar in Trentino, a Vetriolo di Levico Terme (Qui Articolo).
“La Lupa del Lagorai non è certo una palestra d'arrampicata – continua lo scultore – ed in zona è presente anche un cartellone che indica il divieto di toccare l'opera”. Il tutto senza contare, sottolinea Martalar, che la Lupa realizzata con gli scarti della tempesta Vaia raggiunge i 6 metri d'altezza e che quindi una persona in piedi sul suo dorso si trova a circa 4 metri dal suolo: “In caso di caduta c'è il rischio di conseguenze gravi”.
Dello stesso avviso anche il vice-sindaco di Levico Terme Patrick Arcais, che sottolinea a sua volta come proprio davanti alla 'Lupa' venga indicato chiaramente ai visitatori il divieto di toccare l'opera “e quindi, ovviamente, anche di arrampicarsi sopra di essa. Al di là dei possibili danni alla struttura – ribadisce infatti il vice-sindaco – cadendo da quell'altezza c'è il rischio di ferirsi seriamente, in una zona tra l'altro relativamente difficile da raggiungere. L'appello è quindi di evitare comportamenti di questo tipo”.
Come già riportato da il Dolomiti, l'opera è stata ultimata a settembre nella frazione di Vetriolo dopo due mesi di lavoro da parte di Martalar. Una struttura letteralmente a 'metri zero', visto che la costruzione è avvenuta utilizzando circa 2mila scarti di Vaia in una delle zone colpite più duramente dalla tempesta nel 2018.