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Visite specialistiche, le liste di attesa 'sforano' ancora: le prestazioni urgenti garantite nel 90% dei casi entro i 7 giorni (e non 3). Zanella: "Si cerchi una soluzione"

Dopo l'interrogazione del consigliere di Futura è arrivata la risposta di Segnana: " Per le Rao B (10 giorni di attesa)? Il 90% delle prenotazioni è stato fissato comunque in tempi inferiori ai 22 giorni". Zanella: "La sanità va sempre più nella direzione di creare disequità tra chi una visita in libera professione o privatamente può permettersela"

Di Francesca Cristoforetti - 29 marzo 2023 - 17:28

TRENTO. Non migliorano i tempi di attesa per le visite mediche specialistiche, nemmeno per quelle più urgenti. Emerge questo dai dati forniti dall'assessora alla salute Stefania Segnana dopo l'interrogazione del consigliere di Futura Paolo Zanella per capire a che punto fosse il Piano provinciale per il recupero delle liste di attesa. 

 

"L'aumento continuo del numero di prestazioni richieste atteso, visto l'invecchiamento della popolazione - sostiene Zanella -, che andrebbe gestito non ha migliorato di certo i tempi di attesa. In realtà viene garantito nel 90% dei casi in 7 giorni per la Rao A (che dovrebbe essere garantita in 3 giorni ndr) peggiorando il dato del giugno scorso di 5 giorni. Cosa assai grave, se si pensa che quelle sono le prestazioni più urgenti".

 

L'obiettivo del Piano doveva infatti essere quello di ridurre i tempi di attesa, "riportandoli all'interno entro i livelli di garanzia di 3, 10 e 30 giorni nel 90% dei casi rispettivamente per i Rao A, B e C". Tutto questo grazie alle attività indicate nel piano, quali l'utilizzo della telemedicina e la prescrizione di visite di controllo.

 

I DATI

Questa quindi la situazione attuale, secondo la risposta dell'assessora. "Per le Rao A il tempo d'attesa medio è stato confermato in 3 giorni. I dati hanno indicato che il 75% delle persone hanno atteso meno di 4 giorni e che complessivamente l'attesa è stata inferiore a 7 giorni nel 90 % dei casi. Anche per le prestazioni Rao B (10 giorni d'attesa), il tempo d'attesa medio è stato rispettato ed il 75% delle prenotazioni sono state fissate entro un massimo di 12 giorni. Il 90% delle prenotazioni è stato fissato comunque in tempi inferiori ai 22 giorni".

 

In poche parole, riassume Zanella, "per i Rao B e C il 90% delle prestazioni viene garantito entro termini che sforano ancora di molto i livelli di garanzia, rispettivamente 22 e 46 giorni".

 

Rispetto all'attività svolta direttamente da Apss con l'utilizzo delle prestazioni orarie aggiuntive, "nel secondo trimestre 2022 sono state recuperate 1.146 prestazioni prioritarie e ulteriori 308 prestazioni di particolare rilevanza aziendale e provinciale - prosegue Segnana -. Nel corso dello scorso anno, come nella maggior parte delle regioni d'Italia, si è assistito ad un aumento della domanda di prestazioni specialistiche rispetto agli anni precedenti con impatto sui tempi d'attesa con particolare riferimento ad alcune branche critiche quali oculistica, cardiologia e radiologia".

 

Per quanto riguarda il 2023 "nel corso dei primi mesi si è verificato un ulteriore incremento della domanda di prestazioni - dice  l'assessora - che ha determinato il persistere della difficoltà di garantire i tempi di attesa secondo quanto previsto dal piano nazionale per il governo dei tempi d'attesa. In particolare nei mesi di gennaio e febbraio 2023 sono state effettuate 217.669 prenotazioni con un aumento di 21.966 casi rispetto all'analogo periodo di gennaio-febbraio 2022".

 

 

LA RISPOSTA DI ZANELLA

I dati forniti non sono soddisfacenti, secondo il consigliere di Futura. "Non stiamo andando bene e qualcosa va fatto  - replica -. Il tema evidente è quello dell'equità: i bisogni urgenti solo chi ha soldi può permettersi di soddisfarli".

 

Si torna quindi sul tema della privatizzazione della sanità proprio perché "molte persone, non trovando risposta nel pubblico, si rivolgono al privato e quindi risulta evidente che i dati sarebbero ancora peggiori se non lo facessero".

 

"La sanità va sempre più nella direzione di creare disequità - dichiara il consigliere - tra chi una visita in libera professione o privatamente può permettersela e chi deve attendere tempi lunghi anche per prestazioni urgenti. Serve lavorare seriamente  sull'attrattività dei professionisti nel pubblico, visto che nel privato ci sono".

 

Zanella, che un anno fa aveva interrogato la Giunta senza ottenere risposta chiede quindi che "la Provincia si attivi con lo strumento che ha a disposizione, la sospensione dell’attività libero professionale per riportare in regime istituzionale le visite, aumentando le retribuzioni dei medici, invece che continuare a favorire libere professioni e privato".

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