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La Provincia impugna davanti alla Corte Costituzionale il decreto dello Stato sul "Via"
Gilmozzi: "Eccessiva azione di centralizzazione da parte dello Stato"

TRENTO. “Una eccessiva centralizzazione di competenze e di procedure da parte dello Stato”, questa la principale motivazione che ha portato la Provincia autonoma di Trento, con delibera del presidente, Ugo Rossi, ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale il decreto legislativo dello Stato - il 104 del 16 giugno scorso - che modifica il riparto delle competenze fra Stato e Regioni in materia di Via (valutazione di impatto ambientale).
Si tratta di una procedura amministrativa di supporto per l'autorità competente finalizzata ad individuare, descrivere e valutare gli impatti ambientali di un'opera , il cui progetto è sottoposto ad approvazione o autorizzazione.
Le conseguenze del decreto, che dà attuazione ad una normativa comunitaria, viene spiegato, porterebbero tutte le strade extraurbane nella competenza dello Stato, cosa che presuppone la necessità di ricorrere ad una Via nazionale quando è necessario effettuare su di esse degli interventi.
Oltre a questo il decreto non prevede un adeguato coinvolgimento delle Province autonome nei procedimenti di competenza statale, anche quando questi riguardino progetti infrastrutturali che impattano direttamente sui territori. Infine, introduce l'obbligo di conformare la legislazione provinciale alle nuove norme statali, anche di procedimento, nel termine di 120 giorni, salva l'attivazione di poteri sostitutivi statali.
“Da parte del Governo – ha spiegato l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi – è in atto con questo decreto una potentissima centralizzazione e contrasta con le posizioni espresse da tutte le regioni nei confronti di questo provvedimento”.
Tutto questo, ha concluso Gilmozzi, “va in contrasto con le nostre prerogative e soprattutto con il lavoro di semplificazione che abbiamo portato avanti”