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L'incredibile scelta del Museo Usi e Costumi, la mostra è un successo ma chiude con 4 giorni di anticipo, i (mancati) visitatori: “Mai visto nulla del genere”
La mostra “dei record” chiude con 4 giorni di anticipo, la rabbia degli utenti: “Molto poco corretto nei confronti di chi aveva già programmato la visita per i prossimi giorni. Mai sentito di una mostra chiusa anzi tempo”

SAN MICHELE ALL’ADIGE. Da dicembre all’interno del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina era possibile visitare la mostra “Col filo e con l’ago. Storie ritrovate di maglie, vestiti ricami”. Una rassegna che come afferma lo stesso ente “è stata particolarmente apprezzata dai visitatori”, tanto che nelle quattro domeniche a ingresso gratuito del 2022 sono stati registrati oltre 900 ingressi: un risultato mai raggiunto prima.
Forse però la mostra è stata “vittima” del suo stesso successo dal momento che quasi senza preavviso i vertici del museo ne hanno anticipato di quattro giorni la chiusura (che era prevista per il 17 aprile): “Per agevolare i lavori di allestimento de ‘i Suoni di Vaia’”, si legge in una nota ufficiale.
A nulla sono valse le rimostranze di alcuni utenti che sono rimasti esclusi. “Molto poco corretto nei confronti di chi aveva già programmato la visita per i prossimi giorni. Mai sentito di una mostra chiusa anzi tempo”, scrive una visitatrice (mancata), sulla pagina Facebook del museo.

È lo stesso ente a provare a dare una spiegazione: “Spiace tanto per il disagio creato, purtroppo a volte accade in tante istituzioni museali italiane e internazionali che, problemi imprevedibili (una sala che ha bisogno di lavori imprevisti e urgenti) possano dar corso a una chiusura anticipata. Per fortuna, nel nostro caso, si tratta solo di 4 giorni. Se il Museo avesse potuto evitarlo chiaramente lo avrebbe fatto”. Un’utente poco convinta però ha replicato: “Veramente mai sentito in nessuna parte del mondo una chiusura anticipata e di cui si informa senza alcun preavviso, mancanza totale di rispetto per il pubblico e il lavoro altrui”.
Per il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina non è un buon momento, l’ente infatti è finito al centro delle polemiche dopo la rimozione, tanto improvvisa quanto inaspettata, di Giovanni Kezich e Antonella Mott, rispettivamente direttore e vicedirettrice dell’ente museale. Pochi giorni fa è stato nominato anche il nuovo direttore. In solidarietà con i vertici “defenestrati” è stata pure lanciata una petizione (che ha superato le 800 sottoscrizioni) dal titolo “Salviamo il Museo di San Michele!”, tra i firmatari persino il cantautore Francesco Guccini.