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Da Modigliani a Moravia, i soci ebrei del Cai espulsi con le Leggi razziali riammessi formalmente al Club: “Iniziato percorso di autocritica e assunzione di responsabilità”

La cerimonia si è svolta ieri sera nella capitale: i soci della sezione Cai di Roma espulsi dopo l'emanazione delle Leggi razziali nel '38 sono stati formalmente riammessi. Nell'occasione il Club alpino italiano ha riconosciuto la propria responsabilità “nel dare continuità alla politica razziale fascista”

Di Filippo Schwachtje - 26 gennaio 2023 - 18:40

ROMA. Una tessera 'alla memoria', consegnata dal presidente generale, Antonio Montani, agli eredi dei soci espulsi dalla sezione romana del Club alpino italiano dopo le Leggi razziali del '38: è con questo gesto simbolico che il Cai ha formalmente riammesso le persone di famiglia ebraica iscritte alla sezione di Roma in quel periodo e colpite dalle politiche razziste del fascismo. Franco Modigliani, Bruno Zevi, Carlo Fracchetti, Alberto Moravia, Agnese Ajò, Enrico Jannetta ed Emilio Segré sono solo alcuni dei membri del Club alpino riammessi formalmente nella serata di ieri al Pitigliani Centro Ebraico Italiano, che ha visto anche la presenza di Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane e di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma.


Come riportato però da Livia Steve (del Cai di Roma) nel presentare la sua ricerca sui soci di famiglia ebraica negli anni '30: “Erano circa 200 le persone di famiglia ebraica iscritte alla nostra sezione in quel periodo. Di questi, più di 100 sono stati espulsi dal lavoro e dalla scuola nel 1938 e poi dal Cai nel 1939. Molti altri non hanno rinnovato l'iscrizione tra il 1937 e il 1939 perché colpiti dalle leggi razziali, in vari casi sono scappati ed emigrati. Ci sono anche 50 studenti di famiglia ebraica iscritti al Partito fascista alla Gioventù italiana del Littorio, Gruppi universitari fascisti e al Cai: naturalmente anche loro non sono più stati soci nel 1939”.


Quella di ieri, dice il Cai, è stata un'occasione di incontro con l'Unione delle comunità ebraiche italiane e la Comunità ebraica di Roma, durante la quale “il Club alpino italiano ha riconosciuto la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista. Oltre a Di Segni e Dureghello, nel corso della serata sono intervenuti anche Giampaolo Cavalieri (presidente sezione Cai di Roma), Angelo Soravia (consigliere centrale Cai), Stefano Ardito (giornalista), Livia Steve (Cai Roma) e Fabrizio Russo (coordinatore del consiglio centrale del Cai). “Il percorso di autocritica è stato intrapreso dal Cai – scrive il Club – dopo l'assemblea dei Delegati del maggio 2022 a Bormio, durante la quale è stata approvata all'unanimità una mozione e un programma di indirizzo che ha impegnato il Cai a una riflessione storica ed etica, ricostruendo i fatti, rielaborando la propria storia e riammettendo formalmente le centinaia di soci espulsi in quegli anni”.



Come già riportato infatti (Qui Articolo), durante il ventennio fascista il Cai fu alle dipendenze del Partito nazionale fascista (Pnf) e quanto nel 1938 il Pnf emanò le “Leggi razziali” per discriminare gli ebrei ed “epurarli” dalla vita sociale, economica e politica, il presidente generale del Cai di allora, Angelo Maranesi (nominato dal regime) emanò una circolare alle sezioni che ordinava di identificare ed espellere i soci ebrei. Dopo la seconda guerra mondiale, escludendo poche sezioni (tra cui quella di Biella), non c'è stato da parte del Cai un atto formale di revisione e riammissione dei molti soci espulsi. Proprio per questo il Club è al lavoro oggi con diverse azioni: dall'adeguamento dei testi storici riportati sul sito, all'edizione di una pubblicazione di approfondimento tratta dalla ricerca storica di Lorenzo Grassi, dalla posa di pietre d'inciampo a memoria dei soci deportati e assassinati fino all'organizzazione di iniziative nelle sezioni e nei territori nel Giorno della Memoria.


Il Club sta lavorando anche all'emissione di un bando di finanziamento per la conservazione e catalogazione degli archivi storici delle sezioni, all'organizzazione di un convegno scientifico-storico e ad una mostra digitale stabile, da realizzare con il museo nazionale della montagna di Torino. Dopo l'evento di ieri seguiranno poi altre iniziative che coinvolgeranno le sezioni a partire da quella di Milano, dove per la serata del 26 gennaio il Club ha organizzato un incontro per ricordare e rendere onore agli oltre 70 soci espulsi negli anni delle leggi razziali.

 

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