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Sgarbi all'M5S: ''Partito di nullafacenti, per le poltrone governerebbero anche con l'Isis''. Se arriva l'accordo col Pd salta il ministero di Fraccaro

Tra i 5 punti proposti da Zingaretti c'è quello della centralità della democrazia rappresentativa mentre il trentino a Roma si occupava proprio di promuovere quella diretta. Intanto il presidente del Mart e senatore attacca il Movimento dopo che aveva definito Conte un ''dilettante senza speranza''

Di Luca Pianesi - 22 agosto 2019 - 13:18

TRENTO. ''Ormai è chiaro che i 5 Stelle, partito composto da nulla facenti, pur di restare incollati alle loro poltrone, governerebbero con l’Isis''. Vittorio Sgarbi, come si sul dire ''la appoggia piano'' e commenta così l'ipotesi di governo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Un'ipotesi che in queste ore sta sempre più prendendo campo dopo che Zingaretti ha aperto alla possibilità lanciando i "cinque punti per trattare sulla nascita di un nuovo governo, ma che sia il migliore possibile e non un Conte bis". Cinque punti che, onestamente, più generici non potevano essere e per questo lasciano ampio di spazio di manovra per realizzare l'accordo.

 

L'unico di questi cinque punti è quello che, di fatto, mette ''Ko'' il ministero del trentino Riccardo Fraccaro (una delle richieste del Pd è: ''Nessuna riforma che mini la democrazia rappresentativa'') che si stava occupando della cosiddetta ''democrazia diretta''. Un ministero bandiera per il Movimento ''vecchio stile'' (quello che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno) che, nel tempo aveva fatto di questo modello (quello dei cittadini che senza intermediazione o rappresentanza parlamentare possono esercitare direttamente il potere legislativo, per esempio tramite referendum o voti specifici) un vero mantra. Oggi, probabilmente, dopo l'esperienza di governo con la Lega lo stesso Movimento ha scoperto come la democrazia rappresentativa e la centralità del Parlamento siano state così strutturate dai padri costituenti, all'indomani della caduta del fascismo, proprio per evitare derive autoritarie e ''scalate'' al sistema. 

 

Gli altri punti messi sul tavolo da Zingaretti sono ''il pieno riconoscimento della Ue, la riconversione ambientale, un diverso approccio sul tema dei migranti, una ricetta economica ridistributiva. Insomma il concetto è: yes we can avanti tutta con buona pace di Matteo Salvini che si è fatto ingolosire dai sondaggi e, in barba alle necessità del Paese che in questo periodo dell'anno ciclicamente incombono (aumento dell'Iva e legge di bilancio su tutti), come fossero pesantissime spade di Damocle poste sopra le teste degli italiani, ha spinto sull'acceleratore della crisi sperando di far cadere il Governo.

 

Ma niente da fare, una democrazia parlamentare non funziona così e a Salvini non è rimasto altro da fare che tentare due o tre incredibili giravolte (sfiducia sì, sfiducia no, restiamo insieme, andiamo a votare), pur di preservare il suo ruolo e gli incarichi per il suo partito. Poi il dibattito in Senato dove Salvini è uscito sconfitto prima dal presidente del consiglio Conte (QUI L'INTERVENTO) poi dagli altri rappresentanti d'Aula e dal suo stesso discorso apparso già sentito centinaia di volte con le solite parole d'ordine e i soliti messaggi stile diretta Facebook (QUI L'INTERVENTO). Un Conte che, però, al presidente del Mart di Trento non è piaciuto per nulla. Il suo discorso lo ha definito, anzi, “un discorso suicida, offensivo, dilettantesco, di un non presidente del consiglio che non è in grado di governare la crisi, ma la sente come un insulto personale, mostrando di essere presidente del consiglio soltanto dei 5 stelle che lo hanno voluto, sottraendolo alla sua attività professionale”.

 

E aveva aggiunto: “Inverosimile l’attacco sui valori cristiani nel tentativo di avere il concorso esterno del Papa. Conte non poteva cadere più in basso. Quello che sta continuando a dire è una patetica predica, extra politica, moralistica, profondamente malinconica. Addio Conte, dilettante senza speranza”. E ieri sera l'ennesimo affondo ai 5 Stelle: ''Il Pd disponibile a un accordo con i 5 Stelle. Cioè con chi in questi anni ha detto del Pd: “partito di ladri”, “delinquenti”, “servi delle banche”, “affaristi”, “criminali della politica”. Così - ricorda Vittorio Sgarbi - solo per rinfrescare la memoria agli amici del Pd terrorizzati dalla elezioni. Ormai è chiaro che i 5 Stelle, partito composto da nulla facenti, pur di restare incollati alle loro poltrone, governerebbero con l’Isis''.

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