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Fase-2 in Trentino, si torna indietro? Niente tampone prima del ricovero in ospedale. Ghezzi: “C’è il rischio di far entrare asintomatici”
Triage telefonico con il medico e una scheda a crocette per stabilire il grado di rischio infettività prima di un ricovero in ospedale, Ghezzi: “Si stima che oltre il 40% dei positivi siano asintomatici ma le indicazioni prevedono di tamponare solo i sintomatici o i loro contatti, così c'è il rischio di fare entrare inconsapevolmente il virus in ospedale, Segnana ne è consapevole?”

TRENTO. Con la fase 2 riprende anche l’attività di ricovero negli ospedali trentini, un passaggio particolarmente critico che secondo le stesse linee guida dovrà essere effettuato in condizioni di sicurezza sia per il personale che per gli utenti: “Per ogni ingresso (urgente o programmato) dovrà essere effettuato un triage-Covid che permetterà di definire il livello di rischio infettività (alto, medio, generico – vedi definizione in premessa) e quindi la sede di ricovero, se non procrastinabile”.
Eppure le linee guida per l’accesso alle strutture sanitarie ad alcuni sono sembrate ancora troppo flessibili, il solo triage-Covid potrebbe non bastare per individuare una persona positiva al coronavirus, soprattutto se asintomatica. “Visto che si stima che oltre il 40% dei positivi al Covid-19 siano asintomatici – osserva il consigliere di Futura Paolo Ghezzi – e le indicazioni per il triage in pronto soccorso prevedono di tamponare solo i sintomatici o i loro contatti, c'è il rischio di fare entrare inconsapevolmente il virus in ospedale e farlo circolare in una comunità di persone fragili”.
Ad esempio, per i cosiddetti ricoveri programmati ogni persona dovrà essere sottoposta a triage-Covid (competenza del clinico referente del paziente) che consiste “preferibilmente il giorno precedente il ricovero” nella verifica del livello di infettività attraverso un triage telefonico. Se il clinico classifica il paziente a rischio generico, il giorno del ricovero si farà comunque compilare al paziente la scheda triage-Covid (FOTO qui sotto). Se si conferma il livello rischio generico, il ricovero verrà effettuato nell’Unità Operativa specifica in relazione alla patologia. Se il livello di contagiosità è superiore a quello generico e il ricovero non è procrastinabile, il paziente va ricoverato nella “sezione degenze filtro”, dove sarà sottoposto a tampone e successivamente, in base ai risultati, spostato in un reparto Covid o non-Covid.

Per quanto riguarda i Triage ricovero urgente: “Ogni persona deve essere sottoposta a triage-covid in Pronto Soccorso. Se il paziente viene classificato a ‘rischio generico’ potrà essere accolto dopo aver igienizzato le mani e indossato correttamente una mascherina chirurgica (se tollerata). Solo qualora sia necessario il ricovero di una persona che presenta un rischio superiore a quello generico, si legge nelle linee guida: “Va eseguito un tampone ed eventuale diagnostica per immagini (Rx e/o TAC e/o ecografia)”. Dopodiché il paziente, in attesa del referto del tampone, andrà ricoverato nella “sezione degenze filtro” predisposta in ogni ospedale.
Il Trentino dunque sembrerebbe aver scelto un’altra strada rispetto ai vicini dell’Alto Adige e del Veneto che, nelle rispettive linee guida, hanno disposto che tutte le persone da ricoverare siano preventivamente sottoposte al tampone. Nelle linee guida venete per la fase 2 negli ospedali, pubblicate esattamente un mese fa, si prevede di effettuare all’incirca 1.600 tamponi al giorno sulle persone che devono entrare in ospedale. Mentre come affermava l’assessore alla sanità altoatesina Thomas Widmann: “Da fine aprile i tamponi sono stati fatti per ogni nuovo ricovero in ospedale e per gli accessi al pronto soccorso”.
“Leggendo le disposizioni della Pat – conclude Ghezzi – si deduce che il paziente a rischio generico, asintomatico, potrà essere ricoverato in ospedale anche senza essere sottoposto a tampone, per questo ho depositato un’interrogazione per chiedere all’assessora Segnana se non ritenga che in questo modo ci sia il rischio di far ripartire il contagi”.