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La collina e il bosco spariscono sotto i colpi delle ruspe, Degasperi: “La zona del Calisio sventrata a norma di legge”
Il monte Calisio messo “sotto assedio” dagli escavatori, Degasperi: “Questa zona è da tempo oggetto di forte urbanizzazione con esiti molto discutibili e con il sostanziale stravolgimento di quelli che rappresentavano antichi nuclei abitativi che si inserivano armonicamente tra aree agricole e zone boschive”

TRENTO. In poco tempo le ruspe hanno sbancato un’intera collina, è successo alle pendici del Monte Calisio nella porzione che ricade nel comune di Trento. A portare alla luce la vicenda è il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi che spiega: “Questa zona è da tempo oggetto di forte urbanizzazione con esiti molto discutibili e con il sostanziale stravolgimento di quelli che rappresentavano antichi nuclei abitativi che si inserivano armonicamente tra aree agricole e zone boschive”.
Effettivamente guardando le immagini da satellite il monte Calisio sembra ormai messo “sotto assedio” da centri abitati e terreni agricoli che nel tempo si sono progressivamente allargati a scapito del bosco. “Con la progressiva riduzione degli spazi agricoli nel fondovalle – prosegue il consigliere di Onda Civica – assaltati dalle esigenze speculativo-residenziali, anche sul Monte Calisio si è avviata una costante attività di trasformazione di boschi in impianti dedicati all’agricoltura intensiva. Gli esiti, come nel caso dell’edilizia, sono spesso sconcertanti”.

In questo caso un’intera porzione di collina è stata sbancata dagli escavatori, che hanno spazzato via il bosco per far spazio, probabilmente, a un terrazzamento per la coltivazione. Gli alberi sono stati rimossi e nel frattempo il terreno è stato fatto oggetto di scavi e livellamenti. “Le proporzioni sono facilmente intuibili – osserva Degasperi – dato che l’estensione è tale da essere visibile ad occhio nudo anche dalle zone di Trento Nord”.
Per cercare di far luce sulla vicenda il consigliere ha depositato un’interrogazione: “Di fronte ai molteplici vincoli e divieti che caratterizzano il rapporto tra cittadini e urbanistica non può non destare stupore che interventi così impattanti trovino nelle norme una sponda che ne consenta la realizzazione a scapito dell’ambiente e del paesaggio”.
Così Degasperi ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Pat, Maurizio Fugatti, per sapere se gli scavi in corso siano in linea con le norme provinciali e per conoscere se le commissioni che si occupano di tutela del paesaggio e dell’ambiente siano state coinvolte. “In futuro – conclude Degasperi – sarebbe opportuno intervenire per limitare l’impatto di iniziative di questo tipo che, se da un lato sono sicuramente positive per i diretti interessati, restano discutibili nella prospettiva della tutela ambientale e dei beni comuni”.