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Il caso Qanon imbarazza Bisesti, Zeni: “Dall’assessore palesi ‘fake news’, ora chiarisca la posizione del suo capo di gabinetto”
Il consigliere Pd ha depositato una nuova interrogazione dopo che Il Dolomiti ha dimostrato come nella precedente risposta fornita dall’assessore all’istruzione fossero contenute informazioni false. Zeni: “Qanon è un interprete convinta delle espressioni ideologiche estremiste che hanno ispirato l’assalto al Congresso degli Stati Uniti”

TRENTO. Dopo il fact checking de il Dolomiti la posizione di Andrea Asson, capo di gabinetto dell’assessore all’istruzione e alla cultura Mirko Bisesti, merita a maggior ragione di essere chiarita. Rispondendo a un’interrogazione presentata dal consigliere Dem Luca Zeni, dove si mettevano in evidenza i riferimenti a Qanon pubblicati sui profili social di Asson, Bisesti ha citato le stesse bufale messe in giro dal movimento estremista.
In particolare per giustificare il fatto che il suo capo di gabinetto avesse condiviso il motto “Where We Go One, We Go All” (usato dai militanti del movimento per riconoscersi fra loro) spiegava come lo stesso fosse inciso sulla campana di una della barche appartenute al presidente Kennedy. Peccato che, come confermato dalla Jfk Presidential Library and Museum, non esista alcun riferimento a questa campana e l’unica traccia di un oggetto con la stessa incisione arriva da un film del 1996.
“Sulla scorta di tali precisazioni – attacca Zeni – qualche ‘voce’ amica nella stampa online si è presa poi il disturbo di sbeffeggiare ripetutamente il sottoscritto, anche con riferimenti di carattere personale francamente privi di ogni minimo buon gusto, nel tentativo di ridurre la portata delle questioni sollevate con quell’interrogazione a una mera e disinformata diatriba politica, della quale lo scrivente sarebbe l’unico responsabile”. Ad ogni modo, per nulla soddisfatto della prima risposta, che oltre a una bufala conteneva anche una serie impressionante di inesattezze, il consigliere del Pd ha depositato una nuova interrogazione.
“Sarebbe opportuno – sottolinea Zeni – che l’assessore dedicasse qualche minuto del suo prezioso tempo anche alla lettura di ciò che poi è chiamato a sottoscrivere, soprattutto quando si tratta di atti pubblici ufficiali come le risposte alle interrogazioni consiliari, non foss’altro per evitare la nomea di propagatore di quelle stesse ‘fake news’ che, più volte ed in altri contesti, egli stesso ha ripetutamente condannato”. Nella nuova interrogazione è contenuto anche un riferimento alla Costituzione, laddove si ricorda che quest’ultima vieta le associazioni segrete.
“Non bisogna dimenticare che la setta Qanon ha molti profili di segretezza ed è uno dei soggetti ispiratori di quell’effettivo attentato alla democrazia che è stato l’assalto al Congresso degli Stati Uniti. Quelle azioni violente che hanno turbato il mondo, sono, senza alcun dubbio, la traduzione pratica di 'espressioni ideologiche estremiste' delle quali Qanon è un interprete convinta”. Alla luce di queste considerazioni Bisesti non può fare altro che chiarire la posizione del suo capo di gabinetto, possibilmente meglio di come è stato fatto nella precedente risposta.
