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"Esclusi piatti vegetariani dalla tradizione enogastronomica veneta". I Verdi sul logo "Ristorazione tipica": "Riso, polenta e verdure nella storia della nostra cucina"

In Veneto è stata approvata la legge regionale sulla tradizione enogastronomica. L'accusa di Guarda: "Rifiutato la mia proposta di inserimento di un capitolo sulle ricette vegetariane e vegane nelle ricette della tradizione veneta. Il centrodestra ha chiuso sulla possibilità di coinvolgere il Consiglio regionale nella stesura delle linee guida per evitare esclusioni"

Di Francesca Cristoforetti - 26 ottobre 2022 - 17:41

VENEZIA. "Sotto il logo 'Ristorazione tipica del Veneto' non si vuole riconoscere la cucina vegetariana e vegana". E' questa l'accusa della consigliera di Europa Verde della Regione Veneto Cristina Guarda che commenta la legge regionale sulla tradizione enogastronomica approvata a Palazzo Ferro-Fini: "I partiti di maggioranza hanno rifiutato la mia proposta di inserimento di un capitolo sulle ricette vegetariane e vegane nell'albo delle ricette della tradizione veneta, nonostante la storia della nostra cucina veneta fosse caratterizzata soprattutto da alimenti come riso, polenta e verdure. La carne ha assunto a lungo un ruolo marginale".

 

L'obiettivo del documento approvato, in cui si istituisce un logo vero e proprio per riconoscere la "ristorazione tipica", è quello di valorizzare la tradizione enogastronomica del Veneto con i prodotti del territorio, certificando per esempio la loro provenienza.

 

"Sarebbe stato opportuno rendere visibili e fare  riferimento anche alle ricette vegetariane e vegane - prosegue la consiglieraper tutelare i ristoratori che potrebbero essere esclusi da questo logo. Le mie proposte avrebbero consentito di non escludere le ricette, e quindi i ristoratori, che propongono pietanze prive di carne o derivati. Ma da parte della maggioranza chiaramente non c'è questa volontà. Inoltre il centro-destra ha chiuso sulla possibilità di coinvolgere il proponente, ossia il Consiglio regionale, nella stesura delle linee guida, per verificare che non escludano ristoratori e prodotti locali".

 

Un'occasione mancata secondo Guarda, oltre che un rischio per le "ricette che guardano al futuro": "Il Veneto quindi volta le spalle a tutti quei cittadini e turisti che eticamente decidono di non consumare prodotti non siano del luogo o di origine animale. Credo fortemente nella salvaguardia e nella tutela del settore enogastronomico tradizionale: ho potuto verificare con mano il valore aggiunto grazie alle confraternite enogastronomiche e alle filiere. Per questo non c’era alcun atteggiamento pregiudiziale nei confronti di questo progetto di legge, ma obiettivamente dall’aula è uscito un provvedimento che non rende la nostra Regione a passo coi tempi".

 

A rischio perciò i piatti "veggie" che potrebbero essere esclusi dalla "tradizione veneta": "Temo che questa legge regionale si imbatterà in non poche difficoltà applicative, - conclude - col rischio concreto di finire nel dimenticatoio. Non possiamo trasformare il patrimonio enogastronomico veneto in slogan elettorali, la ristorazione veneta e il turismo chiedono un aiuto nel rimanere al passo coi tempi e, nel rispetto della tradizione, aprire a nuove opportunità economiche e sociali, senza venire esclusi dalla politica".

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