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In piazza Dante sarà piantato un albero come simbolo dell'impegno della città per i migranti. Iniziativa di Comune e Centro Astalli per la Giornata dell'Accoglienza
La cerimonia si svolgerà il 3 ottobre alle 20 al termine della Marcia della memoria in ricordo della strage del 2016 in cui morirono al largo di Lampedusa 336 migranti. Il giorno successivo porte aperte nei dormitori della città. L'hashtag lanciato per l'occasione: #dirittoallasperanza

TRENTO. Il 3 ottobre si celebra in tutto il Paese la Giornata della memoria e dell'accoglienza, in ricordo del naufragio avvenuto nel 2016 al largo di Lampedusa in cui morirono 366 migranti. Anche Trento si mobilita con alcune iniziative tra il Comune e il Centro Astalli.
"Un gesto piccolo ma concreto per dare visibilità a valori come la memoria e l’accoglienza che è necessario coltivare, con pazienza e con cura, non occasionalmente, ma giorno per giorno. Sono valori prima di tutto personali - scrive una nota dell'Amministrazione - ma perché possano essere capaci di trasformare il mondo devono diventare condivisi e comuni".
Mercoledì 3 ottobre alle 20 presso i giardini di piazza Dante, a conclusione della marcia in memoria delle vittime dell'immigrazione, sarà messa a dimora una pianta che simboleggerà l'impegno della città a difesa e sostegno della memoria e dell'accoglienza.
Tra le altre iniziative, nell'ambito della Settimana dell'accoglienza, porte aperte giovedì 4 ottobre a Casa Orlando (in via Coni Zugna 9), che viene così ufficialmente inaugurata, e venerdì 5 ottobre a Casa Giuseppe (in via Santa Croce 63), le due strutture che in città offrono accoglienza notturna ai senzatetto.
Dalle 16 si alterneranno racconti e testimonianze, accanto a momenti di musica e buffet, per concludere con un rinfresco a cura di The Social Stone e musica dal vivo con il sax di Davis Ferrari a Casa Orlando e con un rinfresco a cura di Soul Bar - Coffee & Wine e musica dal vivo con la RAccattUM Band a Casa Giuseppe.
I bar che offrono il rinfresco nelle Case sono entrambi locali della zona, a testimoniare un importante esempio di collaborazione e di riuscita integrazione. Le due case sono gestite, grazie alla presenza degli hope (homeless peer), da due enti del terzo settore, Villa S. Ignazio e Fondazione Comunità solidale.