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L'addio a Francesco Rigobello: dal toccante ricordo degli Amici del Caset a quello del Muse
Stimato e conosciutissimo naturalista è scomparso a Ferragosto, a 57 anni, per un malore mentre stava camminando su un sentiero. Ieri i funerali a Bezzecca. Due belle riflessioni per ricordarlo

BEZZECCA. Bezzecca lo ha salutato ieri stringendosi alla moglie Gabriella Oradini e ai figli, Federico e Marco, agli altri familiari e agli amici durante i funerali svoltisi nella parrocchia del paese ledrense. Sono giunti in tantissimi per salutare per l'ultima volta Francesco Rigobello, naturalista scomparso a Ferragosto a soli 57 anni mentre percorreva con parenti e amici un sentiero della zona. Fatale un malore avuto durante la camminata e, purtroppo, a nulla è servito il personale medico giunto sul posto per soccorrerlo.
Rigobello era originario di Schio, in provincia di Vicenza, ma abitava da decenni in valle di Ledro, a Bezzecca. Laureato in scienze naturali, autore di circa 50 pubblicazioni scientifiche e divulgative, docente all'Università della Terza Età era un apprezzato collaboratore della sezione botanica del Muse di Trento da oltre 25 anni e figura fondamentale e molto conosciuta in ambito naturalistico. Tra l'altro a lui si deve la scoperta a Cima Avez (Tremalzo) di un insediamento preistorico.
E toccante è stato il post fatto ieri mattina su Facebook da ''I tuoi Amici del Caset - Muse''. Un pensiero molto significativo postato sulla pagina della "Stazione di inanellamento e monitoraggio Casét - Progetto Alpi'' che riportiamo integralmente.
"E se fossi nato uccello, Francesco, cosa saresti stato?
Forse un gallo cedrone?
Grande, forte, amante dei boschi...
...oppure un ciuffolotto?
Robusto e solido nell'aspetto, ma dal cuore tanto delicato.
Ti ci vedremmo anche come gufo,
modesto e solitario,
ma sempre pronto a dispensare saggi consigli
o, perché no, come lucherino,
circondato da amici e compagni di viaggio.
Ti avremmo visto sorvolare i pascoli fioriti di Tremalzo,
costruire il nido al riparo dei suoi boschi,
cantare a questa valle che tanto hai amato.
Ti avremmo aspettato anche alla nostra stazione
per un rapido saluto...ogni tanto, a sorpresa, come sempre facevi.
Ciao Francesco, ci mancherai!
I tuoi Amici del Caset - MUSE"
Bello anche il ricordo del presidente, del Cda e del direttore del Muse, assieme allo staff e alla società di scienze naturali del Trentino che nel necrologio ricordano come "Francesco faceva parte della squadra del museo dai tempi di via Calepina 14. Il suo solido sapere botanico, la sua umanità e il suo incrollabile buonumore lo hanno sempre portato a interpretare il compito di avvicinare le persone alla passione per la natura. Un sincero entusiasta, capace di comunicare e creare relazioni autentiche. Infinite le attività in cui si è speso, con energia e partecipazione: dalla cura per le sedi naturalistiche della Val di Ledro alle attività didattiche in museo e per l’Università della terza età. Suo il compito, quasi del tutto terminato, di portare a compimento l’Atlante della flora e della vegetazione urbana del Trentino. Ricordiamo il suo incrollabile buonumore, la sua sincerità nel rapportarsi con le persone, la sua generosità e apertura alle collaborazioni con i colleghi. Per tutto questo lo ringraziamo di cuore".