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L'Ospedale degli alpini a Bergamo nuovamente in prima linea per fronteggiare l'epidemia: ''Si conferma storica volontà e capacità di azione per il Paese''
Per contribuire a fronteggiare l’epidemia, l’Ana aveva deciso già a febbraio di schierare il suo Ospedale da campo, la più grande struttura di questo tipo in Europa. Le penne nere sono pronte a riattivare la struttura realizzata all'interno dei padiglioni della Fiera di Bergamo

BERGAMO. Le penne nere sono pronte a riattivare l'ospedale Covid degli alpini, struttura realizzata all'interno dei padiglioni della Fiera di Bergamo, questa l'associazione nazionale alpini che conferma l'impegno e il sostegno a favore della popolazione. Un'operatività che in questi mesi comunque non si è mai arrestata.
"Si conferma così la storica volontà e capacità di azione a favore del Paese. L’Ospedale da campo - commenta Sebastiano Favero, presidente dell'associazione nazionale alpini - è una risorsa che le penne nere hanno voluto, con lungimiranza e notevole impegno, proprio per fronteggiare le emergenze. Una risorsa, questa, espressa da un’Associazione che ha tratto linfa vitale dal servizio di leva; un servizio allo Stato che, ovviamente con moderni metodi e sinergie, chiediamo con forza di istituire nuovamente".
Per contribuire a fronteggiare l’epidemia, l’Ana aveva deciso già a febbraio di schierare a Bergamo il suo Ospedale da campo, la più grande struttura di questo tipo in Europa. Sono state utilizzate strutture dell’Ospedale Maggiore e dell’Ospedale Leggero. E, proprio grazie al patrimonio di credibilità della nostra Associazione, la risposta della società è stata eccezionale: un richiamo al quale hanno risposto imprenditori, artigiani, commercianti e tantissimi volontari, che in una sola settimana hanno realizzato l'opera.
E da febbraio centinaia i volontari di Sanità alpina e Protezione civile Ana hanno operato e continuano a operare a Bergamo per fornire anche l’indispensabile supporto logistico per il funzionamento della struttura e gli alloggiamenti del personale.
“La Sanità alpina Aana - spiega il responsabile Sergio Rizzini - è impegnata nell’emergenza da inizio febbraio, prima nel controllo degli aeroporti e poi progettando e costruendo l’Ospedale degli alpini in Fiera a Bergamo; impegno mantenuto in tutti questi mesi attraverso la fornitura del supporto logistico perché l’ospedale restasse operativo, anche con il prezioso aiuto della Protezione civile Ana e dei volontari Antincendio Ana. Quando a inizio marzo ho proposto di realizzare l’Ospedale degli alpini in Fiera ho dovuto convincere, visto il contenuto innovativo del progetto, Regione e Dipartimento di Pc nazionale, che poi però ci hanno supportato nelle autorizzazioni. Dopo la prima ondata abbiamo lottato per far capire a chi voleva dismettere la struttura a ottobre, che era opportuno mantenerla e grazie alla collaborazione di Regione e Prefettura di Bergamo ci siamo riusciti: la ragionevolezza ha prevalso e oggi, purtroppo o per fortuna, il presidio torna ad operare in configurazione Covid, anche se ha continuato ad operare a favore della comunità bergamasca”.