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Macerie in via Belenzani, sono le riprese del film su Chiara Lubich. La focolarina interpretata da Cristiana Capotondi
Il primo ciak è stato battuto a Palazzo Bossi Fedrigotti a Borgo Sacco, prossimamente le riprese si sposteranno tra Trento e Rovereto. Il film è diretto da Giacomo Campiotti. La pellicola mette in scena la vita della trentina toccando aspetti storici, sociali ed ecclesiastici che hanno plasmato la nostra regione negli anni

TRENTO. Le macerie si stagliano in via Belenzani contro i palazzi rinascimentali. Sono, infatti, iniziate da pochi giorni le riprese per il film televisivo su Chiara Lubich, diretto da Giacomo Campiotti. Una pellicola che interessa le città di Trento e Rovereto per quattro settimane per poi spostarsi a Roma e Viterbo.
E' Cristiana Capotondi a interpretare Chiara Lubich, un film che prende spunto dal centenario dalla nascita di questo affascinante personaggio storico. La pellicola è ambientata nel secondo dopoguerra, tra il 1943 e il 1950, quando Lubich era una maestra poco più che ventenne e sognava, tramite la sua forte fede cattolica, di sanare le profonde ferite lasciate dall'evento bellico, assistendo i più deboli e diffondendo il Vangelo.
Il primo ciak è stato battuto a Palazzo Bossi Fedrigotti a Sacco, prossimamente le riprese si sposteranno tra Trento e Rovereto. Nel capoluogo il set è pronto: in via Belenzani cumuli di macerie si stagliano contro i palazzi rinascimentali e un furgone militare della seconda guerra mondiale incuriosisce i passanti che si fermano a fotografarlo.

Sceneggiato da Franco Arlanch, Giacomo Campiotti, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tefuti, il film nasce da una co-produzione di Rai Fiction e Casanova Multimedia in collaborazione con la Trentino Film Commission. Nel cast anche Sofia Panizzi e Valentina Ghelfi.
Il film biografico vuole raccontare una donna libera, laica e rivoluzionaria, che ha dovuto fare i conti con le crudeltà del suo tempo, l’intolleranza e la misoginia, che si è dedicata ai bisognosi e ha saputo sfidare la Chiesa. Lubich era infatti stata sottoposta al giudizio del Sant’Uffizio e costretta a lasciare la guida del Movimento dei focolari, per poi essere riabilitata da Paolo VI, quando il movimento da lei fondato era ormai diffuso in tutto il mondo.
Il film mette in scena anche le circostanze storiche, sociali ed ecclesiastiche vissute da Chiara Lubich in quel periodo, anni che hanno fortemente plasmato la nostra regione.