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Testimonianze, retroscena e documenti inediti per raccontare la politica trentina: ecco "Cos'è stato Borghetto", il 'thriller politico' di Gelmetti e Andreotti
Nelle oltre 200 pagine del libro di Giorgio Gelmetti (scritto insieme all'ex presidente della Provincia Carlo Andreotti) testimonianze e immagini per aiutare e comprendere non solo il mondo autonomista ma tutta la politica trentina e altoatesina

AVIO. Volete capire "Cosa è stato Borghetto"? Chiedetelo a Giorgio Gelmetti. O, meglio ancora, affidatevi alla lettura del libro che l'autonomista di Avio ha scritto con Carlo Andreotti per raccontare "Quando l'autonomia si fa sentire e fa paura (a Roma)". E il racconto di "Furore" (come Gelmetti è conosciuto fin dai tempi della sua militanza politica nel Patt) e dell'ex presidente della Provincia è una lettura storica di quell'oceanico raduno autonomista che si tenne nella Tenuta di San Leonardo a Borghetto il 29 ottobre 1995 in occasione dei 50 anni della nascita dell'Asar (Associazione studi autonomisti regionali), associazione che proprio Gelmetti fonderà nuovamente tre anni dopo per rilanciare l'autonomia.
Il libro, di oltre 200 pagine ricco di testimonianze e di immagini, per "riflettere e forse capire cosa significa veramente Borghetto", aiuta a comprendere non solo il mondo autonomista ma tutta la politica trentina e altoatesina. Un lavoro preciso e dettagliato, quello di Andreotti e di Gelmetti (la vera anima e il vero motore del raduno entrato nella storia regionale) che tocca, tanto per citare alcuni capitoli, "La lunga marcia del Patt" e il raduno del Brennero passando per "La proposta segreta di Bossi a Tretter", i "Servizi segreti allarmisti e fuorvianti" fino ad arrivare all'inchiesta della magistratura sulla gestione del partito prima di concludere con interventi di giornalisti e politici 25 anni dopo il raduno di Borghetto. Un evento tanto imponente quanto dagli effetti insperati, per varie ragioni espresse nel libro, per dare vita ad una nuova stagione autonomista. Anzi per il Patt da qui iniziò una serie di guai e inchieste giudiziarie definite "soltanto politiche".
Ma "Furore" è pur sempre "Furore" e la vera anima di Gelmetti esce con tutta la sua forza dirompente nell'allegato (anzi un altro libro vero e proprio) dal titolo "Da Borghetto con Furore. La verità". "Uno spazio tutto mio" viene definito da Gelmetti nella premessa di "questa personale appendice" per illustrare quale fu "la mia successiva odissea politica" dopo Borghetto segnata da una "campagna denigratoria nei miei confronti... con conseguenze pesanti sul piano personale, politico, familiare ed economico... ben orchestrata da Trento e che fece il vuoto attorno a me" fino ad arrivare alla revoca della tessera nel 1998 con l'allora segretario Andreotti (coautore del volume con Gelmetti).
Un ampio capitolo, ovviamente, è dedicato ad "Avio: da sostenuto e acclamato a delegittimato e infangato". Si parte dalle elezioni comunali del 1990 (Gelmetti fu il più votato in assoluto) per passare poi alla mancata elezione in Provincia del 1993, quindi gli epici scontri in consiglio comunale con l'allora sindaco Luciano Gilli, la clamorosa rottura con il "suo" sindaco autonomista Lino Pilati e tanto altro. Date, documenti, articoli di giornali, episodi dettagliati fino ad ora sconosciuti ai più, nomi e immagini di molti aviensi per riportare "i fatti come realmente avvenuti e per rendere pubblica la verità" svelando retroscena, documentando denunce e cause in tribunale (con richieste di risarcimento miliardarie, ovviamente in lire) di vecchie amicizie finite tra insulti e accuse reciproche. Con il suo carattere impetuoso "Furore" non ha mai avuto timore ad affrontare i suoi avversari (anche all'interno del Patt), ha alzato la voce e ha battuto i pugni raccogliendo consensi ma anche molte critiche.
Irruente ed esuberante tanto da apparire strafottente e presuntuoso, nel corso degli anni è cambiato: più pacato e più riflessivo oggi ma non per questo meno sincero nelle sue esternazioni e nei suoi giudizi. Orgoglioso (giustamente) dei propri successi sa ammettere però anche la sconfitta e sa chiedere scusa ("Caro Gilli, eri meglio tu"), merce assai rara soprattutto in politica. E così Gelmetti si è tolto "qualche sassolino dalla scarpa" ma "senza rancore nei confronti di nessuno" e comunque soltanto "per portare alla luce cose che non tutti conoscevano". Molti particolari e retroscena delle vicende descritte da Gelmetti ed Andreotti non sono stati volutamente riportati qui per non togliere al lettore il piacere della lettura del volume (per gli eventuali interessati inviare mail a [email protected] oppure messaggio whatsapp 327.3574646) che qualcuno lo ha già definito un "thriller politico".