
Raffaele Crocco
Direttore responsabile dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e direttore di Unimondo

C’è stato un giorno in cui un esercito, l’esercito di uno Stato sovrano, ha varcato un fiume, occupando la terra di un altro Stato sovrano.

Siamo entrati nel nono mese di questa nuova fase di guerra.

Qualche tempo fa ho sentito un intervento di Roberto Mezzalama. E’ un esperto ambientale, scrive libri e articoli.

La chiave del momento, mentre siamo al giorno 237 di “operazione speciale” russa in Ucraina, è nelle parole dell’ambasciatore ucraino a Roma.

La guerra è guerra, viene da dire. E gli affari sono affari.

L’annessione di quattro regioni dopo i referendum farsa. La caccia ai disertori in fuga dopo la mobilitazione parziale.

La retorica della fondazione, usata da chi si sente un nuovo “padre fondatore”.

Superato il giorno 200 dall’inizio dell’invasione: fermiamoci ad osservare.

Nulla come la morte cancella colpe e ingiustizie.

La questione è che in vent’anni non abbiamo davvero voluto smascherare la nostra collettiva ipocrisia.