L'accoglienza da Re, la visita di Schettino, l'amatriciana, Vespa che chiede del surf. Selvaggia Lucarelli su Forti: "Pietoso". I familiari dei detenuti: "Danneggia gli altri"
"Tutto questo - aggiunge la giornalista - in un paese in cui le carceri sono sovraffollate, in uno stato di degrado totale, con detenuti evidentemente di serie b che faticano ad accedere a servizi igienici decenti e cure e che se vogliono uscire per visitare un parente devono aspettare (se va bene) il suo funerale. Sempre che il funerale non sia il loro, visto il tasso di disperazione e suicidi in carcere"

TRENTO. La sovraesposizione mediatica di Chico Forti continua. Senza soluzione di continuità. Era prevedibile che, prima o poi (più "prima" che "poi", visto che non sono trascorse nemmeno due settimane dal suo rientro in Italia), arrivasse l'intervista in esclusiva.
Il più "veloce" di tutti è stato Bruno Vespa e il 65enne trentino, condannato all'ergastolo negli Stati Uniti per omicidio, non si è assolutamente sottratto al colloquio - ripreso dalle telecamere - avvenuto all'interno del carcere di Montorio, dove Forti è attualmente recluso. Non si è parlato della vicenda giudiziaria che riguarda l'imprenditore trentino, giudicato colpevole di aver ucciso Dale Pike, ma esclusivamente del suo ritorno nel Belpaese.
Arrivati a questo punto, il pensiero comune è che, quella che era una notizia di cronaca, adesso si sia trasformata in un continuo gossip, con lo stesso Forti che parla senza freni, snocciolando particolari e curiosità riguardo ai primi giorni di detenzione, della cui divulgazione quasi tutti avrebbero fatto volentieri a meno.
Durissimo, a riguardo, è stato il commento della giornalista Selvaggia Lucarelli, che non le ha mandate a dire né a Forti, né a Vespa.
"Non so se è più pietoso - scrive la Lucarelli - a) il racconto di Forti sull'accoglienza da RE in carcere b) il racconto su come Schettino che in carcere evidentemente chiamano ancora "il comandante" abbia chiesto di vederlo per dirgli "sei il mio eroe". In pratica un assassino si gongola del fatto che un uomo se ne è scappato mentre una nave affondava e risucchiava in mare i suoi passeggeri sia fiero di lui. c) la spaghettata in carcere, prassi comune in tutte le carceri del paese per tutti i detenuti. d) Vespa che se la ride chiedendo non se sia pentito di aver fatto fuori un uomo per bieche ragioni di denaro, ma se tornerà a fare surf. A FARE SURF. Il tutto sottolineando il dramma dell'omicida Forti, rimandato in Italia senza neppure un calzino".
"Tutto questo - prosegue la giornalista - in un paese in cui le carceri sono sovraffollate, in uno stato di degrado totale, con detenuti evidentemente di serie b che faticano ad accedere a servizi igienici decenti e cure e che se vogliono uscire per visitare un parente devono aspettare (se va bene) il suo funerale. Sempre che il funerale non sia il loro, visto il tasso di disperazione e suicidi in carcere. Che paese di merda. Ah, notare il crocifisso sullo sfondo. Del resto accoppare la gente fa notoriamente parte dei valori cristiani tanto cari a questo governo".
I parenti degli altri detenuti nel carcere di Montorio hanno espresso tutta la propria rabbia (QUI ARTICOLO) e, adesso, c'è chi parla addirittura di un comportamento dannoso da parte di Chico Forti.
"Lui sta danneggiando la sopravvivenza dei ragazzi all'interno del carcere - commenta la parente di una persona che scontando la propria pena nella casa circondariale veronese -. Lui sta rendendo ancora più difficile lo svegliarsi tutte le mattine e il cercare di fare sonni mezzi sereni ai ragazzi. Questo è quello che lui sta facendo, ma non per volontà sua. Forse non se ne rende conto (cosa vuoi che ti dica). Non se ne rende conto lui, non se ne rende con chi gli permette di fare tutto ciò".
Intanto, e anche questo è un aspetto estremamente significativo, gli amici più stretti di Chico Forti, quelli che hanno lavorato sodo per far sì che potesse rientrare in Italia, che lo hanno supportato e sostenuto (anche economicamente) durante la lunga detenzione, una volta raggiunto l'obiettivo che si erano prefissati, hanno scelto il silenzio. Per evitare di aumentare il gossip attorno ad una vicenda che, una volta "risoltasi", dovrebbe svilupparsi in silenzio e senza clamori mediatici quotidiani.