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Sanità a secco di personale, per le case di comunità ne servirà almeno il 5% in più. La Pat pronta a formare Oss dall'estero, Tonina: "Situazione preoccupante"

Nei prossimi giorni arriverà in Giunta provinciale una delibera per la formazione del personale che arriva dall'estero. Nell'ultimo rapporto della Banca d'Italia è stato spiegato che per affrontare gli impegni del Pnrr ci sarà un fabbisogno ulteriore stimabile in una percentuale compresa tra il 5 e il 7 per cento degli infermieri, degli operatori socio sanitari (Oss) e degli addetti alla riabilitazione che va ad aggiungersi a quello derivante dalle fuoriuscite per pensionamento 

Di G.Fin - 13 giugno 2024 - 06:01

TRENTO. È aumentata la spesa per l’acquisto di collaborazioni e consulenze sanitarie esterne. Nel 2023 questo ha inciso per il 5,7 per cento in Trentino e per il 4,4 per cento in Alto Adige. I dati sono quelli pubblicati del rapporto annuale della Banca d'Italia. 

 

Un capitolo di questo rapporto è riservato alla sanità e viene sottolineato come nonostante il consolidamento dell’organico avvenuto nel corso degli ultimi anni, permangono delle fragilità nell’immediato futuro legate all’uscita per pensionamento di un numero consistente di figure professionali e alla maggiore domanda di personale indotta dall’attuazione delle misure previste dal Pnrr.

 

IL PERSONALE SANITARIO
In entrambe le province, il personale del Servizio Sanitario Provinciale è cresciuto nel periodo 2011-22, diversamente dal resto del Paese che ha registrato un incremento esclusivamente nel triennio 2019-22. 
Alla fine del 2022 l’organico operante nelle strutture del servizio sanitario provinciale era pari a 161,5 addetti ogni 10.000 abitanti in Trentino e a 195,6 in Alto Adige.

 

Sull’incremento hanno influito le disposizioni varate nel periodo dell’emergenza pandemica, che hanno consentito assunzioni a termine in deroga alla normativa vigente, nonché un maggiore ricorso a contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) e di lavoro autonomo. 

 

L’incidenza del lavoro a termine è quindi aumentata notevolmente  rispetto a prima della pandemia attestandosi a fine 2022 al 5,3 per cento in Trentino e al 15,1 in Alto Adige.

 

IL FABBISOGNO
Nel rapporto viene fatto riferimento alla distribuzione per età dei professionisti in servizio a fine 2022 e che mostra un organico mediamente più giovane nelle due province rispetto alla media nazionale. Il numero di persone che nei prossimi 5 o 10 anni andranno in pensione sarà quindi inferiore che nel resto d'Italia.

La criticità riguardano non tanto, o comunque non solo, i pensionamenti del personale sanitario, ma la carenza che c'è già oggi e il fabbisogno che arriverà per far funzionare le misure previste dal Pnrr.  

 

Il piano prevede in ciascuna delle due province l’attivazione di nuove strutture sanitarie, oltre al potenziamento dell’assistenza domiciliare. L’implementazione comporterà un fabbisogno ulteriore – stimabile in una percentuale compresa tra il 5 e il 7 per cento degli infermieri, degli operatori socio sanitari (Oss) e degli addetti alla riabilitazione che va ad aggiungersi a quello derivante dalle fuoriuscite per pensionamento. 

 

“SIAMO PREOCCUPATI”
Ad esprimere preoccupazione è l'assessore alla Salute, Mario Tonina, che in questi mesi ha visitato gli ospedali del territorio e sta proseguendo anche le visite nelle varie Rsa. “La mancanza di personale è il tema che registro nelle visite fatte. Sono preoccupato ma dobbiamo, anche se non è facile, guardare lontano per riuscire ad uscire da questa situazione”. 

 

Per quanto riguarda il personale medico, spiega Tonina “credo che attraverso la Facoltà di medicina riusciremo a rispondere e a trovare le figure che nei prossimi anni serviranno”. Diversa la situazione per quanto riguarda il personale infermieristico e Oss. “C'è già chi si sta rivolgendo ad altri Paesi per cercare le figure necessarie" spiega l'assessore che proprio venerdì dovrebbe portare in Giunta una delibera sulla formazione del personale proveniente dall'estero.

 

Un punto quanto mai importante, come hanno sottolineato i vertici dell'Apsp Barelli che, per quanto riguarda le figure Oss, si sta muovendo con l'Albania

 

Tutto è nato da un accordo di qualche anno fa tra l'Apsp Barelli e una scuola che si trova in Albania che tramite alcuni finanziamenti e il trasferimento di know-how ha avviato  un percorso di specializzazione Oss. Ora alcuni giovani che hanno terminato il percorso di studi arriveranno in Italia e proseguiranno la formazione. A seguito di uno tirocinio potranno poi essere inseriti nelle strutture trentine. 

 

“Una situazione che si preannuncia drammatica” sono le parole anche del presidente dell'Ordine dei Medici, Marco Ioppi, sulla carenza del personale sanitario. “Sono state individuate le strutture senza pensare a chi all'interno dovrà farle funzionare” spiega riferendosi alle nuove Case di Comunità. “Manca anche una formazione quando mai necessaria. E' fondamentale per riuscire ad affrontare quella che sarà una rivoluzione sanitaria”.

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