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"Ho dieci invitati a cena, porta il vino", in manette anche tre trentini e due altoatesini per spaccio
Alle prime luci dell'alba di oggi è scattata l'operazione che ha portato all'arresto di dieci persone. Altre ventidue denunciate. Spacciavano anche ketamina, anfetamina e Mdma. Traffico anche in Valle di Non e Sole

TRENTO. In manette dieci persone e altre ventidue denunciate a piede libero, in carcere tre trentini, due altoatesini, un veronese, tre tunisini e un albanese. Questo il risultato dell'operazione 'Priest2' portata a termine alle prime luci dell'alba di oggi da circa ottanta carabinieri tra le stazioni di Cles e Trento con l'ausilio di due unità cinofile della guardia di finanza e trentaquattro mezzi.

In carcere i trentini Marco Pedergnana, Domenico Angeli e Federico Grassi, quindi gli altoatesini Thomas Valdner e Markus Zegler, il veronese Micheal Iodice e gli stranieri Ahdem Nablosi, Jeton Iseni, Ayoub Chaouch e Karim Attabi.
"Un duro colpo - commenta Luca Volpi, comandante del comando provinciale - al mercato della droga. Un giro di spaccio di oltre mille cessioni ramificato anche in Valle di Non e Sole. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati oltre 600 grammi di marijuana, circa 200 di hashish, un centinaio di grammi di eroina, una cinquantina di cocaina, ma anche ketamina, anfetamina e Mdma per un totale stimato di oltre 2 chili di sostanze stupefacenti".

L'inchiesta è iniziata a settembre scorso come costola dell'operazione 'Priest', quando erano stati rinviati a giudizio diversi minorenni tra spaccio e consumo di droghe. Le indagini avevano fatto emergere un flusso di droga canalizzato verso i Comuni delle valli del Noce. In questo caso gli arrestati sono tutti maggiorenni.

"I centri di approvvigionamento - dice Nunzio Stanco, capitano dei carabinieri di Cles - erano le città di Trento e Verona, ma anche le province lombarde di Brescia e Milano. Gli spacciatori stranieri attivi nel capoluogo costituivano il punto di riferimento anche per i due bolzanini, individuati inoltre quali assuntori e spacciatori di eroina e cocaina".
Il modus operandi degli spacciatori era articolato e si basava in particolari su due reti, una gestita da albanesi e l'altra da tunisini, i quali, qualora non ci fosse abbastanza disponibilità di droga nelle piazze di Trento, si approvvigionavano a Verona e in Lombardia.

In circa un anno i carabinieri sono riusciti a ricostruire il traffico e individuare i protagonisti di questo giro di droga tra attività 'vecchia scuola', cioè pedinamenti e osservazioni, e l'utilizzo delle moderne tecnologie. "Le intercettazioni - aggiunge Volpi - ci hanno permesso di conferire un significato ai dialoghi intercorsi tra gli indagati e offerto una chiave di lettura al loro linguaggio spesso riferito al mondo culinario".

Si va così dai bicchieri alle bottiglie di vino, dalle caramelle alle gomme da masticare e fantasiose prenotazioni per pranzi e cene per oltre cento servizi messi in campo dalle forze dell'ordine. Uno spacciatore aveva inoltre ricavato un anfratto nel vano motore del proprio mezzo per occultare la droga.

"Gli spacciatori - aggiunge Stanco - erano molto attivi, tanto che nella perquisizione di questa mattina all'arrestato veronese sono stati sequestrati oltre 5 mila euro in contanti e 150 grammi di marijuana pronti per essere immessi sul mercato, mentre un altri indagati erano in possesso di alcuni grammi di hashish e qualche francobollo di Lsd".

L'attività illecita avveniva nelle pizze di Trento, mentre in Valle di Non e Sole soprattutto nei pressi delle abitazione degli spacciatori, ma anche vicino agli istituti scolastici, la posizione di alcuni indagati è aggravata, infatti, dalla cessione di droga in favore di minorenni.
"Pedinamenti e osservazioni - spiega Armando Serra, maresciallo della stazione di Cles - ci hanno permesso inoltre di 'recuperare' numerose dosi di droga e sorprendere in flagranza di reato ben venticinque persone, oltre a svariate segnalazioni all'autorità di governo".
Messa a segno questa operazione, l'attività però non sembra finita e al vaglio delle forze dell'ordine ci sarebbero anche alcune compagne degli indagati che avrebbero fornito un supporto fattivo.
"E' importante - conclude Giovanni Cuccurullo, tenente colonnello del comando provinciale - la collaborazione dei cittadini. Queste operazioni scattano, infatti, grazie anche alle segnalazioni della popolazione ai carabinieri, presenti in modo capillare in tutto il territorio trentino".