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Riforma del catasto. Se cambia a Roma cambia anche il Trentino, la delega è solo amministrativa. Dai vani si passa ai metri quadri
Alle Province di Trento e Bolzano è ora riconosciuta una delega sulla gestione. Si tratterebbe di portare avanti l'idea di una delega che, in accordo con lo Stato, permetta alle due province di proporre le valutazione degli estimi

TRENTO. Il Governo ci riprova: un ddl per la revisione del catasto sarà allegato al Piano nazionale delle riforme e inserito del Documento di economia e finanza (Def) che l'esecutivo guidato da Gentiloni approverà la prossima settimana. La valutazione degli immobili non sarà più basata sui vani ma sui metri quadri, traducendosi per alcuni in una stangata.
La potente Confedilizia si è sempre dichiarata contraria per la paura che il conseguente aggiornamento delle rendite catastali possa portare ad un innalzamento delle tasse. Anche se il Governo cercherà di mantenere un'”invarianza di gettito”.
La norma, se passasse in quel di Roma, avrebbe ripercussioni immediate anche nella nostra Provincia. La delega sul catasto è infatti soltanto amministrativa ed esclude l'autonomia impositiva. Le tasse, insomma, le decidono a Roma e qui bisognerà adeguarsi.
“Non credo che sia la volta buona – fanno sapere dall'Ufficio Catasto della Pat – perché è la quarta volta che si prova ad intervenire sulla materia. E se anche venisse approvata, passerebbe solo un'indicazione, un desiderata, poi sarebbe necessaria una legislatura intera per predisporre un aggiornamento del sistema di valutazione degli immobili”. Quindi, ammesso e non concesso che la norma riesca ad essere infilata nel Def, non sarebbe comunque questa legislatura ad attuarla.
“Abbiamo chiesto una nuova norma di attuazione che riconosca che sia la Provincia a determinare gli estimi in accordo con lo Stato – spiega Roberto Revolti del Servizio Catasto – una proposta che è già passata all'interno della Commissione dei Dodici ma che vede la contrarietà dell'Agenzia delle Entrate”. Perché lo Stato potrebbe anche essere interessato a una delega di questo tipo, ma allo stesso tempo, considerando il fatto che si sta parlando di tasse, e le tassazioni in Regione e quelle nel resto d'Italia potrebbero essere differenti, rimane un po' sul chi va là.
“Alle Province di Trento e Bolzano è riconosciuta una delega sulla gestione. Si tratterebbe ora di portare avanti l'idea di una delega impositiva, seppur fatta in accordo con lo Stato – spiega il dirigente – ma questo fa procedere Roma con i piedi di piombo. Di questa delega ce ne sarebbe bisogno – ammette però Revolti – perché le valutazioni generali sulle rendite catastali che valgono per le città non possono valere anche per paesi e realtà montane come quelle presenti sul nostro territorio”.
“Certo – spiega il senatore Franco Panizza, che della Commissione dei Dodici è membro – non si sta parlando di una delega piena ma di una sulla determinazione degli estimi catastali. Se a livello nazionale – puntualizza – si decide per la valutazione non più in vani ma in metri quadrati non potrà esserci nessuna differenziazione nelle province di Trento e Bolzano, neppure se lo Stato riconoscesse la norma specifica”.
L'idea di inserire anche la valutazione degli estimi in accordo con lo Stato è compresa nella norma di attuazione riguardante le Agenzie fiscali, una norma però ferma al palo, la cui discussione è ora bloccata e la cui approvazione da parte del Governo sembra lontana.
“Se cambia a livello nazionale la legge sul catasto – taglia corto Panizza – cambia anche per noi. La norma di attuazione, anche se passasse, non modificherebbe la competenza nazionale sul merito. A Trento e a Bolzano rimarrebbe sempre e solo la gestione, semmai la possibilità di proporre una diversa determinazione degli estimi”.