Assumere, che fatica: le aziende trentine cercano personale ma non trovano candidati. Terlizzi: “In 5 anni più che raddoppiata la difficoltà di reperimento”
Cresce il fabbisogno di personale, tre aziende su quattro cercano lavoratori: ma il dato di difficoltà di reperimento è schizzato dal 26,1% dal 2019 all'attuale 55,1%. Il commento della dirigente generale dell'Agenzia del lavoro della Pat, Stefania Terlizzi: “Difficile incontro tra domanda e offerta di lavoro, mancano i candidati: tra le cause, anche le dinamiche demografiche”

TRENTO. Tre aziende su quattro vogliono assumere, eppure anno dopo anno fanno sempre più fatica a trovare nuovo personale. Sembrerebbe paradossale il quadro che esce da un'analisi dei dati sul mondo del lavoro in Trentino: eppure il trend, che riguarda l'intero Paese e che sta diventando un tema di attualità sempre più stringente ove non una vera e propria emergenza economica e sociale, sembra farsi sempre più evidente. Al punto che le aziende stesse ormai sono convinte di non riuscire a realizzare quelle nuove auspicate assunzioni.
“Nel 2023 – commenta la dirigente generale dell'Agenzia del lavoro della Pat, Stefania Terlizzi - le imprese attive in provincia di Trento (imprese private esclusa agricoltura) hanno rilevato un fabbisogno di personale di 80.630 unità, dato in ulteriore crescita rispetto all’anno precedente (76.730 le figure ricercate nel 2022). Le aziende che cercano personale sono il 73%, sostanzialmente tre su quattro. Nel 90% dei casi per nuove posizioni di lavoro alle dipendenze, nel 27% dei casi per manodopera giovane. Ma questa ricerca di personale molto spinta si associa ad una difficoltà di reperimento molto significativa, pari al 55%. Un dato cresciuto in maniera molto importante nell’ultimo quinquennio: nel 2019 prima del Covid era al 26,1%”.
Difficoltà di reperimento, nel campo dell'industria e più in generale nel mercato del lavoro, legate quasi completamente alla mancanza di candidati, più che all'assenza sul mercato di competenze specifiche.
“Sì, la difficoltà di reperimento dipende soprattutto da questo. Negli ultimi cinque anni l’incremento del mismatch legato alla mancanza di profili disponibili all'inserimento in azienda è passato dal 16,1% del 2019 al 38,3% del 2023. Il mismatch qualitativo, legato all’inadeguatezza delle competenze possedute dai candidati rispetto a quelle attese dalle aziende è cresciuto, ma meno, dal 7,4% al 12,4% sul totale delle entrate programmate”.

Per trovare le cause di queste difficoltà bisogna però allargare lo sguardo.
“Il difficile incontro tra domanda e offerta di lavoro si innesta anche su tre grandi temi. Prima di tutto le dinamiche demografiche: da un lato l’invecchiamento della popolazione e dall’altro l’inverno demografico. La struttura per età della popolazione evidenzia un progressivo calo del peso degli 0-14 anni e un aumento di quello dei 65 e oltre, nel 2022 rispettivamente al 13,5% e al 23,2% (erano il 15,2% e il 20,7% nel 2012). L’indice di ricambio che confronta la popolazione 60-64 anni con la popolazione 10-14 (coloro che stanno per uscire dalla popolazione attiva e coloro che stanno per entrarvi) è in continuo peggioramento: da 116,4 del 2012 a 137,6 del 2022”.
“Il secondo tema – riprende Terlizzi - riguarda le maggiori rigidità e vincoli dell’offerta rispetto alla qualità dei posti di lavoro delle imprese: ad esempio orario, retribuzione, conciliazione vita/lavoro e tempo libero. E come terzo punto, i maggiori gradi di libertà per la mobilità professionale correlati alla percezione che esistono elevate opportunità di posti vacanti. Il boom delle dimissioni è in forte crescita anche in Trentino negli ultimi cinque anni: nel 2022 si è raggiunto il valore più alto: 25.489 casi che nel 23,6% dei casi riguardano giovani fino a 25 anni, e nel 30,8% i 25-34enni. Si lascia il lavoro per rivolgersi verso un'opportunità giudicata migliore o più appagante: a 3 mesi il 60,7% dei dimissionari si è già ricollocato. Tra i 24-34enni la percentuale di ricollocazione è del 65%”.
Ora la stagione estiva è di fatto già partita, non senza inciampi e criticità.
“La ricerca di personale per la stagione estiva è cruciale per le strutture del nostro territorio. Rispetto all’inverno è più impegnativo attrarre candidati da altre regioni d’Italia perché si sente la concorrenza di altre destinazioni turistiche, in particolare le località di mare. Se per le strutture trentine che operano sui laghi questo aspetto è più gestibile (hanno una stagione che in diversi casi è già iniziata), per le realtà di montagna è un aspetto particolarmente sfidante. Spesso si cerca di incentivare il collaboratore offrendo la doppia stagione invernale ed estiva, ed un aiuto arriva dalle assunzioni degli studenti durante la pausa estiva. La situazione più critica si ha per quelle imprese o territori che hanno esaurito i collaboratori locali ma non riescono a offrire alloggio per tutti i lavoratori di cui avrebbero necessità”.
Quali soluzioni sono state messe in campo per dare risposte a questa situazione?
“L'Agenzia del lavoro realizza delle campagne mirate per il settore turistico indirizzate all’individuazione di candidati da proporre alle imprese del territorio. Per l’estate 2024 è attiva la lista turismo, uno strumento per raccogliere le disponibilità dei candidati per tutte le mansioni del settore, e due campagne specifiche sulle figure del cuoco/a e del cameriere/a di sala. Queste sono le figure più difficili da reperire, anche se in estate come abbiamo visto vi sono difficoltà un po’ per tutte le mansioni. E nel quadro di una carenza numerica di candidati è necessario rafforzare le competenze dei lavoratori occupati che sono destinati a restare a lungo nel mercato del lavoro. Serve manutentare le loro professionalità con integrazioni di competenze che li possano tenere produttivamente agganciati alle esigenze del sistema economico”.