Anche un trentino truffato da Ramunni, uomo finito nel mirino delle Iene che aveva pure falsificato un'immunità diplomatica del Vaticano
Le indagini, coordinate da Pasquale Profiti della procura di Trento, ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Stefano Ramunni. Operazione condotta dai carabinieri di Canal San Bovo

TRENTO. Prima conquistava la fiducia della vittima, quindi si impossessava della sua carta d'identità per attivare tutte le procedure per un'assunzione fuori regioni e per finire si impossessava di somme di denaro. A fare le spese della truffa, anche un trentino di 61 anni Canal San Bovo. In manette Stefano Ramunni, meglio conosciuto come tale Emilio Mario Gentilone, salito alla ribalta anche in diversi servizi del programma televisivo Le Iene.
Le indagini, coordinate da Pasquale Profiti della procura di Trento, ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Stefano Ramunni, che si trova ora al carcere di Genova Marassi.
Le indagini muovono i primi passi agli inizi del 2017, quando un sessantunenne residente a Canal San Bovo denuncia in Questura l’appropriazione indebita della sua carta d’identità per mano del sedicente Emilio Mario Gentilone.

Un altro campanello d'allarme arriva a luglio 2017, il sessantunenne si presenta ai carabinieri di Canal San Bovo per formalizzare un’ulteriore denuncia per sostituzione di persona: aveva ricevuto dalla Prefettura di Parma una contestazione amministrativa per l’emissione di un assegno scoperto di 1.648,33 euro, tratto da un conto corrente mai aperto.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Canal San Bovo, i quali hanno accertato che il truffatore ha pernottato alla struttura di accoglienza “Casa Bonomelli” di Trento, ma anche un quadro pesante per Stefano Ramunni.
Sono quindici le ipotesi di reato accertate e contestate tra i quali ricettazione, truffa, sostituzione di persona, uso indebito di carte di credito, falsità materiale e falsità ideologica, possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi, appropriazione indebita aggravata e auto riciclaggio.
Tutto aggravato dalla continuazione e della recidiva specifica infraquinquennale, ma anche abitualità e professionalità nel commettere reati. Oltre a Canal San Bovo le attività illecite sono state commesse anche a Trento e nel Nord-Est, mentre il riciclaggio riguarda circa 25 mila euro in contanti.
Il modus operandi dell'uomo è articolato: attraverso un’abile dialettica, Ramunni è solito millantare conoscenze altolocate per promettere assunzioni lavorative e si fa consegnare la carta d'identità per istruire tutte le relative pratiche. A quel punto però il truffaldino procacciatore di lavoro sparisce e si rende irreperibile.
L'operazione degli inquirenti ha consentito di certificare come Ramunni, dopo aver utilizzato la carta d'identità dell'ignaro Gentilone attraverso la sostituzione della propria fotografia, riusciva a attivare due schede telefoniche per aprire due conti correnti postali in quel di Ferrara per usufruire di prestazioni sanitarie all'ospedale di Trento.
E ancora, si è sostituito al sessantunenne primierotto per attivare sette utenze telefoniche mobili e aprire in diverse città cinque conti correnti.
A questo si aggiunge che per aprire i conti, Ramunni si presentava come dipendente o funzionario delle forze di polizia e riusciva perfino a esibire false tessere di riconoscimento oppure statini retributivi reperiti indebitamente, dopo aver catturato la fiducia del personale agli sportelli.
Le indagini sono riuscite a ricostruire come l'uomo riusciva a raggiungere il profitto: inizialmente versa somme irrisorie sui conti aperti al fine di ottenere la possibilità di emettere assegni a obbiettivo raggiunto, quindi Ramunni depositava immediatamente un assegno postale di 8 mila euro e prelevava quasi la totalità in contanti, azioni che gli hanno consentito di ottenere indebitamente una somma di circa 25 mila euro cash.
I carabinieri sono riusciti a ricostruire che Stefano Ramunni, nato Castellana Grotte in provincia di Bari il 26.12.1963, è stato arrestato dalla Polfer di Firenze perché trovato in possesso di documenti contraffatti del sessantunne residente a Canal San Bovo e di altra documentazione.
L'uomo è stato inoltre arrestato a inizio 2018 a Vedelago in provincia di Treviso: in quel caso è stato colto in flagranza di reato insieme a un complice: il reato è di possesso di documenti del Vaticano a firma del segretario di Stato, cardinal Bertone, ma anche di una tessera personale di riconoscimento della Guardia di finanza, un paio di manette e altra documentazione di provenienza illecita.