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Conflitto d'interesse e finanziamenti indebiti per 1,3 milioni, l'indagine della Guardia di finanza sul ponte agricolo

Sono stati citati a giudizio il Consorzio di miglioramento fondiario di Darzo e Lodrone assieme al presidente Narcino Marini. I sindaco di Storo, Luca Turinelli: "Difficile capire dove il Consorzio troverà i soldi se arrivasse una condanna"

Di G.Fin - 23 April 2018 - 06:01

TRENTO. Si aggirerebbero su circa 1,3 milioni di euro i contributi pubblici che il Consorzio agricolo di Darzo e Lodrone, assieme al presidente Narciso Marini, avrebbero ottenuto indebitamene per la realizzazione del ponte agricolo sul fiume Chiese. Una somma che ora la Procura della Corte dei Conti, dopo l'eventuale condanna, ne richiede il risarcimento.

 

La vicenda del ponte agricolo sul Chiese va avanti da ormai diversi anni. La comunità lo ha atteso a partire dagli anni '90. Il progetto era stato lanciato dal Comune di Storo, sentiti i bisogni della cittadinanza, e si era deciso di farlo realizzare ad uno dei due consorzi presenti sul territorio: il consorzio di miglioramento fondiario di Storo e il consorzio di miglioramento fondiario di Darzo e Lodrone. Alla fine fu proprio quest'ultimo a decidere di portare avanti il progetto e di richiedere il finanziamento alla Provincia.  

 

L'attenzione da parte della Guardia di Finanzia è arrivata a seguito di una denuncia anonima giunta qualche anno fa e che ha portato all'avvio dell'indagine inerente alcune possibili irregolarità. Si è quindi proceduto all’acquisizione della documentazione relativa alla aggiudicazione dei lavori ed alla progettazione del ponte con particolare riferimento alle modalità di affidamento soprattutto per quanto riguardava alcune presunte illegittimità di Martini.

 

Secondo quanto raccolto dalle indagini, il presidente del Consorzio avrebbe infatti fatto delle false dichiarazioni allo scopo di far ottenere indebitamente contribuzioni pubbliche al Consorzio di Miglioramento Fondiario di Darzo e Lodrone.

 

Accanto a questo c'è poi un'ipotesi di conflitto di interesse di Narciso Marini poiché ricopriva, contestualmente, l’incarico di Presidente del Consorzio di Darzo e Lodrone (stazione appaltante) ed era titolare della ditta (“Carpenteria Giudicariese”) che ha eseguito, in subappalto, i lavori che la stessa stazione appaltante aveva assegnato (alla “Costruzioni Valentini”).

 

Il danno erariale di cui si sta parlando, e per il quale in caso di condanna sarà richiesto il risarcimento a Martini e il Consorzio, è di 1 milione 294 mila e 849 euro. Di questi 918 mila euro dovrebbero andare alla Provincia e 376 mila euro al Comune di Storo.

 

Ci sarebbe anche un problema di confini. Nella sostanza, la realizzazione del ponte ha interessato quasi unicamente il territorio di competenza del consorzio di miglioramento fondiario di Storo a partire dalla strada di innesto al ponte stesso, mentre nel territorio di competenza del consorzio di Darzo e Lodrone ricadono esclusivamente le opere di viabilità di collegamento. I lavori e l’appalto sarebbero dovuti essere, in sostanza, a cura del consorzio di miglioramento fondiario di Storo, per ovvi criteri di competenza territoriale. Un errore, questo, che ha portato la Provincia negli scorsi mesi a revocare al consorzio l'intero finanziamento che però era già stato speso per pagare le ditte costruttrici del ponte. Una decisione che ha portato anche il Consorzio guidato da Marini a rivolgersi al Tar e a far costituire una sorta di comitato per raccogliere i fondi per pagare le spese legali. 

 

Sul vicenda ad attendere la decisione della magistratura è anche il sindaco di Storo, Luca Turinelli. "Il ponte c'è ed è usato moltissimo dai cittadini - ha spiega il sindaco - e i soldi richiesti ritengo siano serviti per pagare le ditte che hanno lavorato. Credo che non ci sia stata alcuna distrazione di finanziamenti. Stiamo parlando di un'opera che la cittadinanza aspettava da metà degli anni '90, attenderemo comunque di capire le decisioni della magistratura. Se la condanna fosse confermata sarebbe proprio difficile capire come il consorzio riuscirà a trovare i trovare i soldi per pagare". 

  

E’ bene chiarire che ovviamente questa è la ricostruzione degli inquirenti e ora ogni cosa andrà verificata e discussa nell'aula di tribunale.

 

 

 

 

 

 

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