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Augurò ad una giornalista di essere stuprata. Ora la Lega di Salvini lo candida a sindaco
Le parole sono contenute in un post scritto dal consigliere leghista nel 2014. Ieri la Lega ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Merano

MERANO. Nel 2014 su Facebook aveva invitato una giornalista a mettersi il burqa e ad andare in Nigeria a farsi violentare. “Ma perché non le mettiamo un burqa e la facciamo andare in Nigeria? Forse, dopo il centesimo stupro si sveglierà” aveva scritto sui social il consigliere comunale Sergio Armanini. Ora questa persona ha ricevuto l'ok da parte della Lega di Matteo Salvini per essere candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Merano il 3 maggio.

A comunicare la propria candidatura a sindaco è stato lo stesso Armanini attraverso un post nella propria pagina. “Ieri sera la Lega di Merano, il commissario per la Lega Salvini Premier Alto Adige / Südtirol - Maurizio Bosatra e non per ultimo il Vice di Matteo Salvini, Andrea Crippa, hanno dato il bene placet alla mia candidatura come candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative” ha scritto in un post. “Io ci sono se voi ci siete! Posso assicurare il mio massimo impegno perché la nostra bellissima città ha l’estremo bisogno di cambiamento e di sostituzione di una classe politica focalizzata sui propri interessi ma non su quelli dei cittadini di Merano.Se ti piace Salvini allora vota Armanini” ha concluso il consigliere.
La notizia, diffusa anche da diversi quotidiani nazionali, ha immediatamente portato l'intervento dell'Anpi che ha espresso “la sua ferma condanna per la grave decisione di una importante forza politica di presentare, come candidato a sindaco della seconda città della provincia, il personaggio che nel recente passato ha invocato lo stupro contro una giornalista del Corriere dell'Alto Adige”. Un'offesa, hanno spiegato i rappresentanti dell'Anpi, “alla vittima della sua violenza sessista, a tutte le donne, alla dignità delle istituzioni e della politica, per di più in occasione della Giornata Internazionale delle Donne”.
Non si può restare indifferenti, viene spiegato in una nota “e occorre isolare e denunciare coloro che non prendono con chiarezza le distanze dalla violenza di genere e, anzi, con iniziative come queste avallano la diffusione di quella cultura maschilista e sessista che la alimenta”.

All'epoca del fatto ad intervenire era stato anche il sindacato dei giornalisti e l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige, assieme al comitato di redazione delle testate Corriere dell’Alto Adige e Corriere del Trentino, che hanno espresso piena solidarietà alla collega “diventata vittima di un grave insulto e di un atto intimidatorio sul web”. In una nota congiunta, sindacato, ordine e cdr, condannano “categoricamente questa inaccettabile aggressione verbale rivolta – non a caso – a una giornalista donna. Questo fatto rappresenta una violenza vera e propria".