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Coronavirus, lettera di due medici: ''La Fase-2 delle Rsa è tutta da costruire. Pat, Apss, Upipa e Spes si parlino in gioco ci sono vite umane. Ecco la nostra proposta''
Lorenzo Brandolani e Bruno Bolognani (medici che esercitano a tempo pieno in quattro Rsa del Trentino) analizzano la situazione dopo il dramma degli ultimi mesi spiegando che c'è da rivoluzionare l'apparato di assistenza a breve termine (visto che il Covid-19 ancora c'è) e a medio termine (visto che l'impianto è fermo a una decina di anni fa mentre le esigenze sono molto cambiate e le case di riposo assomigliano sempre più a ''reparti di lungodegenza geriatrica'' quindi l'aspetto medico diventa sempre più importante). Ecco le loro proposte

TRENTO. ''Quindi, secondo il nostro modesto parere, Pat, Apss, Upipa gruppo Spes si parlino guardandosi negli occhi con la mente sgombra ed una mano sul cuore, tenendo conto che le Rsa hanno retto in questa emergenza anche perché uno sparuto gruppo di medici e un gruppo più numeroso di infermieri professionali, tarati secondo la pianta organica pensata nel 1999, hanno dato tanto e per nulla coinvolti se non dai Nas, su mandato dei Giudici. La posta in gioco sono vite umane. Non numeri da conferenza stampa''. Si conclude così un'importante lettera scritta da due medici che esercitano a tempo pieno in quattro Rsa del Trentino.
Sono Lorenzo Brandolani e Bruno Bolognani, il primo dirigente sanitario dell'Apsp Civica di Trento (tra i tanti incarichi già medico coordinatore Apsp di Pergine e poi coordinatore sanitario Rsa Valle di Cembra di Lisignago), il secondo coordinatore medico dell'Rsa di Mezzocorona e Fondo. La lettera è indirizzata a tutti ma soprattutto a chi, in un futuro speriamo molto prossimo, dovrà ridisegnare funzioni e struttura delle case di riposo del Trentino, giocoforza cambiate dopo il dramma che si è consumato in questi tre mesi dolorosissimi con centinaia di pazienti deceduti, con un'emergenza ancora presente e un modello di assistenza fermo a qualche decennio fa nonostante la società sia notevolmente cambiata anche per quanto concerne la fase di invecchiamento delle persone (''osserviamo - scrivono i due medici - che la tipologia di utenti è evoluta sempre più verso la grave non autosufficienza con tempo di permanenza medio in riduzione. (...) Da struttura residenziale a lungo termine ci si ritrova con “reparti di lungodegenza geriatrica” (...) e l’attuale condizione di enorme impegno sanitario ha messo vieppiù a nudo l’organizzazione e dotazione sanitaria insufficiente, di base, delle Rsa).
''Un altro elemento che ci sembra di poter individuare deriva dall’osservazione dell’andamento epidemiologico - scrivono ancora Brandolani e Bolognani - che nelle ultime settimane si è andato via via definendo. Mentre a livello generale si è assistito ad un graduale calo dei contagi, annunciato quotidianamente nel corso dell’ormai imperdibile conferenza stampa, non altrettanto si può dire nelle Rsa, dove il contagio prosegue ad un ritmo molto più veloce rispetto all’andamento generale. Ciò impone l’adozione di criteri diversi per situazioni diverse. In altre parole, la “Fase 2” per le Rsa è tutta da costruire. E quando questo verrà fatto, dovrà essere il frutto di una valutazione condivisa, seria ed onesta, tra tutti gli attori chiamati ad assumere decisioni. Si evitino, per favore, pericolose fughe in avanti da parte di chiunque''.
E allora dall'analisi dei problemi (tra questi anche il fatto che ''le Rsa sono molte - scrivono - ma niente affatto integrate tra di loro sul piano sanitario'') si passa a proposte molto concrete per rivedere l'impianto generale: ''Da una parte serve a breve predisporre il necessario per essere pronti a gestire la fase di pandemia con maggiore sicurezza e prevenzione rispetto all’evoluzione futura. Dall’altra un piano strategico a medio lungo termine''. I due medici, quindi, da propongono ''in pratica una Rsa collegata da una parte alla risorsa ospedale, ma anche maggiormente alla medicina del territorio, che attende anche lei un Piano nuovo di valorizzazione e ridefinizione'' con ''pool di medici che esercitano a tempo pieno per ottimizzare la risorsa, che si occupi delle Rsa possibilmente associate nel servizio''; dall'altra ''una Casa di Riposo che fa da ponte con il territorio tramite l’Assistenza domiciliare integrata per i non autosufficienti''.
La lettera dei due medici Brandolani e Bolognani merita però di essere letta nella sua interezza e allora ecco il testo completo e a disposizione di tutti