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Coronavirus, medico nasconde la fidanzata nel bagagliaio per saltare i controlli e andare al compleanno del figlio. Poi però pubblica il video sui social
Nel guai un medico chirurgo che si è reso protagonista di questo episodio nel giorno di pasquetta. Una vicenda che viene ora valutata dall'ordine dei medici di Verona. Un veronese ha pubblicato sul profilo Instagram da 3.614 follower, un video nel quale si vede la compagna uscire dal bagagliaio dell'auto

VERONA. Un viaggio con la fidanzata nel bagagliaio della vettura per cercare di passare i controlli per il rispetto delle restrizioni imposte dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri per fronteggiare l'epidemia coronavirus.
Nel guai un medico chirurgo che si è reso protagonista di questo episodio nel giorno di pasquetta. Una vicenda che viene ora valutata dall'ordine dei medici di Verona. Un medico veronese ha, infatti, pubblicato sul profilo Instagram da 3.614 follower, un video nel quale si vede la compagna uscire dal bagagliaio dell'auto.
Un modo per eludere i controlli delle forze dell'ordine in materia coronavirus per accompagnare la donna dalla sua abitazione alla casa del figlio per festeggiare il compleanno di quest'ultimo. Spostamento che non rientra tra i comprovati motivi di lavoro o di salute, un'azione resa pubblica sui social che in poco tempo si è diffuso, tanto da arrivare all'attenzione dell'Ordine dei medici.
“In casi come questo – spiega Carlo Rugiu, presidente dell'Ordine all'Ansa – il primo passo è verificare se il professionista in questione sia iscritto all’Ordine dei medici di Verona e, in caso affermativo, convocarlo per un chiarimento, quindi il presidente porta l’episodio all’attenzione del Consiglio per stabilire se ha o meno una rilevanza disciplinare. Non c’è dubbio che in questo momento fatti del genere gettano ombra su una categoria professionale che si sta impegnando con abnegazione e senso del dovere, spendendosi oltre ogni limite, e talvolta in carenza di adeguate protezioni, per far fronte all’emergenza Covid-19."
Un episodio arrivato anche ai vertici della clinica dove il medico esercita l'attiva, una presa di distanze dal comportamento. L'azienda ha precisato attraverso una nota che l’uomo non è un dipendente “ma un libero professionista e che, come altri, utilizza le sale operatorie della struttura al bisogno e in forma privata”.