
Drammatico incidente sulla Gardesana: morti due [...]

Tamponamento a catena tra diverse auto tra Desenzano e [...]

Scontro moto-auto, un 66enne sbalzato dal mezzo e finisce [...]

Concerto Vasco, ''Sono l'orgoglio, la grandezza e la [...]

Concerto Vasco, in 15mila alla Trentino Music Arena [...]

Covid, un decesso in Trentino. Campagna vaccinale ferma: [...]

Supermercato invaso dai topi tra cibi rosicchiati ed [...]

Concerto Vasco, l'Apss consiglia di bere acqua e [...]

L’ipotesi sull’identità dell’uomo morto nei boschi [...]

Concerto di Vasco, birra e hamburger a 20 euro, fascia e [...]
Bangladesh, terribile incendio nel campo profughi dei Rohingya a Cox’s Bazar: almeno 15 morti e centinaia di feriti
I rapporti iniziali indicherebbero anche diversi bambini tra gli oltre 500 feriti causati dal rogo che ha interessato il più grande campo profughi del mondo, in cui più di 860.000 Rohingya – gruppo etnico di fede islamica da anni perseguitato in Myanmar – hanno trovato rifugio dopo le stragi ad opera del governo e della popolazione birmana del 2017

BANGLADESH. Dopo le violenze, le uccisioni e gli sfollamenti migliaia di Rohingya – popolazione definita da molti “la più perseguitata al mondo” – hanno perso tutto una seconda volta: tre dei trentaquattro siti che formano il campo profughi di Cox’s Bazar – il più grande al mondo – sono stati distrutti da un incendio.
Al momento si parla di 15 morti confermate e 400 dispersi, a cui vanno aggiunti oltre 500 feriti, tra cui diversi minori. Le cause sono ancora da chiarire. “L’incendio ha già causato un’enorme devastazione – ha scritto l’Unicef – diffondendosi rapidamente nei campi profughi e facendo sfollare migliaia di persone. Si sono già verificate evacuazioni su larga scala, ma la reale portata del disastro deve essere ancora confermata”.
I Rohingya sono una minoranza etnica musulmana originaria dello stato di Rakhine, in Myanmar – dove nel frattempo l'esercito continua ad uccidere i manifestati dopo il golpe del primo febbraio scorso – e fin dagli anni ’60 sono stati al centro di continue persecuzioni, sfociate nel 2017 in un vero e proprio genocidio ad opera sia di forze militari (inviate a “combattere i terroristi” da Aung San Suu Kyi, ex leader del paese e premio Nobel per la pace nel ’91) che della popolazione birmana, che ha causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati.

Quella che ha interessato la minoranza etnica musulmana è stata una delle migrazioni forzate più importanti della storia, dopo la Crisi dei profughi dei Grandi Laghi del 1994 in Rwanda: dal 2017 sono stati oltre 730.000 i Rohingya che sono fuggiti in Bangladesh. La maggior parte di loro ha cercato di ricostruirsi una vita proprio nel mega-campo di Cox’s Bazar, ma l'incendio di lunedì – sviluppatosi intorno alle 15.00 ora locale – ha danneggiato oltre 10.000 rifugi, radendo al suolo il più grande centro sanitario del campo, gestito dall’International organization for migration, e complicando enormemente la gestione dell’emergenza Covid. “Sono circa 45.000 i rifugiati per i quali bisognerà trovare un'altra sistemazione – ha dichiarato la Iom – ora dovremo ripartire da zero e ricostruire