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Piano vaccinale, Rossi: "Ancora mille dipendenti delle Rsa non immunizzati, la Pat è organizzata?"
L'ex presidente della Provincia in un'interrogazione depositata oggi in Consiglio chiede se il Trentino sia organizzato adeguatamente per portare avanti le vaccinazioni sul territorio: "Si sono verificati problemi nelle prenotazioni, nella distribuzione delle dosi e carenze di personale, su oltre 4 mila dipendenti delle Rsa, mille non hanno ancora fatto il vaccino a cui vanno aggiunti 700 dipendenti dell'Apss"

TRENTO Che per la ripartenza del Paese la vaccinazione di massa sia l'unica strada possibile ormai se ne sono convinti tutti. Il generale Figliuolo, nominato Commissario straordinario per la gestione dell'emergenza da Mario Draghi, ha promesso un "cambio di passo" per la campagna vaccinale, puntando a raggiungere il mezzo milione di somministrazioni al giorno per la terza settimana di aprile.
E' in questo contesto che si inserisce l'interrogazione presentata questa mattina in Consiglio provinciale da Ugo Rossi, in cui l'ex presidente della Provincia chiede alla Giunta attuale se il Trentino sia adeguatamente organizzato per attuare il piano vaccinale.
I dubbi di Rossi nascono da alcuni dati: in primis le vaccinazioni del personale sanitario. "L'obbligo della vaccinazione per le professioni sanitarie - spiega l'ex Patt, oggi con Azione - prevede che il lavoratore non vaccinato venga dirottato a mansioni esterne da quelle a contatto con i pazienti o gli anziani; in Trentino su oltre 4.000 dipendenti nelle Rsa, 1.000 non hanno ancora fatto il vaccino. A questi vanno aggiunti 700 dipendenti dell'Azienda sanitaria".
Altro problema già emerso in passato è quello relativo alla carenza di personale per cui, dice Rossi "l'Apss ha ipotizzato la chiusura di alcuni reparti e il rallentamento di alcune prestazioni al fine di reclutare personale da mettere a disposizione della campagna vaccinale, inclusi infermieri che si stanno reclutando da ospedali e servizi territoriali, sottraendoli alle loro attività e gravando ulteriormente sulla situazione già estremamente difficoltosa di queste strutture".
Quello delineato dall'ex presidente della Provincia non è certo un quadro confortante, ma secondo Rossi dall'inizio della campagna vaccinale in Trentino ci sarebbero stati diversi altri disservizi, tra cui "l'inadeguato funzionamento del sistema previsto per le prenotazioni online" e "problemi di distribuzione, soprattutto nei territori periferici". Da qui dunque la domanda diretta all'assessora Segnana: "in considerazione dell'importante potenziamento della campagna vaccinale che dovrà essere attuato a partire da metà aprile ed alla luce delle difficoltà organizzative già riscontrate o previste, il Trentino è organizzato in modo adeguato per attuare il piano strategico vaccinale?".