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Episodio di razzismo a Bolzano, conducente impedisce a un giovane di salire sull'autobus. Solidarietà dai Verdi e Anpi: "Inaccettabile negare il diritto di accesso ai mezzi pubblici"
Secondo Salto.bz la sera di sabato 12 marzo si sarebbe compiuto un atto di razzismo nei confronti di un ragazzo nigeriano, a cui il conducente della Sasa avrebbe chiuso le porte del mezzo in faccia. Le forze dell'ordine avrebbero chiesto subito al giovane di presentare i documenti necessari. La condanna dell'Anpi e l'intervento dei Verdi: "Presenteremo un'interrogazione"

BOLZANO. Se venisse accertato, sarebbe un grave atto di razzismo quello denunciato lo scorso sabato sera, 12 marzo a Bolzano, da un ragazzo nigeriano che non è stato fatto salire sull’autobus da un conducente della Sasa alla fermata di via Longon. La corsa sarebbe era quella delle 23.25, l'ultima che il ragazzo avrebbe potuto prendere per tornare a casa. Una volta arrivato il mezzo però, l’uomo non sarebbe stato fatto salire, ma le porte gli si sarebbero chiuse in faccia. Questa è la storia riportata da Salto.bz che ha raccontato in modo dettagliato la storia di Wisdom, un ragazzo originario della Nigeria, che da nove anni vive in Italia e attualmente risiede a Merano.
Secondo il quotidiano bolzanino, il ragazzo, che sarebbe stato provvisto di tutti i documenti necessari, tra cui Südtirol Pass per la libera circolazione in Alto Adige, Green pass e la mascherina Fpp2, avrebbe chiesto di salire, ma questo diritto gli sarebbe stato negato dall'autista.
La scena avrebbe attirato moltissime forze dell’ordine che notate le lamentele del giovane, si sarebbero subito rivolti a lui, prima che al conducente, chiedendogli i documenti, come riporta la testata bolzanina.
L'episodio non è però passato inosservato nel capoluogo altoatesino. I Verdi e l'Anpi Alto Adige Suedtirol sono stati i primi a esprimere solidarietà al giovane. I Verdi lo definiscono “un brutto episodio di discriminazione che non è accettabile e non può essere lasciato senza conseguenze – dichiarano – Il trasporto pubblico deve essere accessibile a tutte e tutti coloro che sono muniti di biglietto e della documentazione necessaria regolare. Atti discriminatori di questo tipo vanno condannati senza se e senza ma”.
Per questo il partito bolzanino presenterà alla Giunta provinciale un’interrogazione chiedendo spiegazioni in merito: “Se l’autista è stato individuato, se i fatti sono stati accertati, se sono stati presi dei provvedimenti affinché fatti di questo tipo non accadano più, se autiste e autisti ricevano una formazione ad-hoc per una comunicazione e un comportamento corretti nei confronti delle e degli utenti del servizio autobus”.
Al loro appello si aggiunge anche Anpi : “Negare a una persona, con l'aggravante delle motivazioni, il diritto alla mobilità e di accesso a un mezzo pubblico è un reato penale grave”.
Un comportamento del genere, prosegue, “viola tutte le norme relative al Trasporto Pubblico Locale e al comportamento del personale di un servizio pubblico essenziale. Il Tpl non si è mai fermato neanche nei mesi peggiori dell'emergenza Covid. Sia la Sasa (Società In House della Pab) che l'Assessorato provinciale alla mobilità non possono non agire di conseguenza”.
In un caso come questo “non basta certo una semplice condanna generica e ci aspettiamo che le istituzioni si schierino dalla parte delle vittime anche con eventuali costituzioni di parte civile”. Anpi conclude, “è significativo che questo episodio avvenga alla vigilia della campagna ‘Stop Racism 2022’. Il razzismo e le discriminazioni sono tra noi e richiedono un forte impegno quotidiano della società e delle istituzioni per contrastarlo, senza se e senza ma”.